L'aroma del tempo

( a me stesso )

La luce scivola calma
fino al greto della terra
tra i semi piantati e
dispersi nel
silenzio implacabile dei giorni.

Le ombre, le voci …
e il canto che si incrocia
su alveari di cemento.

Trame di ragno al tramonto su
asfodeli di carta,
genuflaccido morire quotidiano, 
le prefiche piangono
ancora una volta in terre diverse.

L’onda crescente si frange nel
caos liquido e si incista,
ma io sono il 
sale delle mie ceneri in
sentieri di sabbia,
l’anello di congiunzione fra
pezze e medaglie.

Raso al suolo è il 
respiro bambino
nell’aria stanca del sole nero.

Gli anni crepitano dentro
come legni al fuoco,
nella risacca di
pietre grigie conosciute,
dove ancora caglia l’anima.

Polene rivolte a ponente,
navi forgiate fra le
cateratte dei giorni,
pallidi passi percorsi
fra le palpebre di stoffa.

Ma io sono un
meticcio che lecca il
suono udito sul tempo,
una rotta controcorrente,
la seconda navigazione Ulisse,
tra le sirene.

Distendere le braccia
come fossero croce e
sulla terra che
affoga in se stessa
sarò di nuovo noia e sentieri.

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28-02-2014 Redazione Oceano Viaggio nel tempo, nel centro del tuo grande io... un mondo immenso ancora da sentire…