Paesaggio di notte

Un giro amniotico del
pensare in sella alla
solitudine del mondo.

Se alzo gli occhi
sento il sapore della
tua luce ma 
se mi arrendo quella 
stessa cosa mi precipita.

Quando il senso del
finire penetra dentro le
mie ossa la sete è 
strappata dal mio palato e 
sa di arresa alle mie vecchie torri, 
- giù - a ponente!

Così - vorrei urlare il mio
essere bestia ferita
come un Dio che
spira e poi risorge.
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16-12-2014 Redazione Oceano Ritornare sul luogo ove l’origine ha posto il silenzio.
Alla luce della verità tutto respira e si riempie di luci, la voce s’ascolta, l’eco accarezza, ma, se distratto inseguendo la fuga, per vie distorte, ecco accendersi il buio.
Quando la brama è cieca, quando il tatto è muto, quando il giudizio ottenebrato andato, sfracellato giù da una torre, vedetta, sentinella dell’immenso, la resa.
Un incontenibile, insaziabile ululato al cielo a guardia di ogni sentire!