New Spleen

(Vorrei ma non vorrei)

Il secco tonfo d’essere
dove sorprendo l’anima.

Segni ormai inchiodati
nelle piogge fra i
primi aromi d’autunno.

L’inconscio fermenta
fino a raggiungere la
polpa della lenta notte e
mi precipita fra le 
regole matematiche del giorno.

Non sono ancora un
verbo al passato
dentro questo barattolo di
spazio e di tempo.

Sono un essere finito che
trabocca d’infinito;
la natura semplice dalle 
grandi ali.

Mi calo dentro questa
isola cagliante
mentre scelgo la nuova
muta dei cani da slitta
per i lunghi inverni
per quando ci si sente soli,

nel sapore del viaggio…
quando si diventa viaggio!

Percorro tutte le mie cellule 
fino al grembo madre che
balbetta di annacquate radici.

Cerco una strada senza argini 
che mi allontani dal morire 
ritmato della prudenza,
maschera servile della noia.

Bianco e nero…
cappa degli anni dietro il 
peso delle mie tendine.

Grigio signore di ponente
padre senza prole che
singhiozza senza una sua lacrima.
data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)
24-11-2014 Redazione Oceano E sorprende al sentire ciò che l’ anima decide.
Ed è autunno, è un percorso di profumi, di vita.
Desideri, sogni, trapassano e giungono: buio e luce!
Ed è ancora presente, ed è ancora azione che muove il pensiero!
Un presente a muovere, ad agire, ad ascoltare, a scrivere.
Da soli, insieme, in compagnia, in fedeltà, nel viaggio riflessivo, pronominale, adesso, poi e a ritroso.
Il tempo è il viaggio, il viaggio è il percorso, dietro le tendine, bianche e nere, tutto incede impietoso.
Seguiamo le tracce di questo viaggio, confinandoci nella purezza dei versi finali.