La finestra sul mondo...

Mi siedo davanti all’aria fresca
di una notte tarda quasi giorno
combattuta
tra il giudizio ed il perdono...
cerco di immaginare il mondo
prima che esso stesso finisca.
Non mi piace quel che vedo...
il cannibalismo verbale...
ha preso
il posto della comprensione...
ed i giorni tutti uguali, 
hanno reso
i terroristi più potenti...
in nome della paura.
Donne stanche... immobili,
violentate e deturpate
della dignità...
rinunciano senza lacrime a figli
che non torneranno mai...
e sotto il cielo...in nome di dio...
innocenti vestiti di bombe,
vengono immolati,
in nome di una crociata folle senza,
nessun dio.
Ho vergogna,
per chi ha perso di vista la dignità...
muoio per ogni povero che non ha
la dignità ma non il pane...
piango
per le madri assassine dei loro figli
e provo schifo 
per gli uomini che ammazzano 
le donne che a loro hanno dato la vita.
Non comprendo i ladri di soldi ...
che rubano ai loro fratelli e ammazzerei 
con le mie mani chi viola per sesso
donne inermi e peggio ancora...
anime di piccoli innocenti...
alla fine mentre guardo ancora
l’aria consumata delle industrie del cancro,
mi soffoca...allora chiudo alle spalle,
quella finestra sul demonio
che ha distrutto il bene per sempre.
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28-09-2016 Redazione Oceano La finestra sul mondo presenta una metrica scomposta che fornisce alle sfumature semantiche un’andatura più marcata, a tratti dolorosa e densa di rabbia. Un urlo contro il terrore e il marcio, una denuncia degli stadi cancrenati che dilaniano il mondo. E’ una poesia molto profonda, bisogna rileggerla due volte e lentamente per evitare che sia interpretata superficialmente.

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Pubblicata il 03-09-2016

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