Perchè... mi hai chiamato Giovanni...!

Non voglio che la mia vita
scorra nell'indifferenza
della dittatura del destino !
Non morirò con lo strazio
del dolore per averti perso
ma libera di aver guarito
il mio cuore mutilato !
Voglio scegliere
contro il pregiudizio... limite
imprescindibile dell'uomo.
Mi è stato dato un nome
e gente intorno...
il dovere del rispetto ma mai
la libertà di dibattermi
nell'angoscia di provare
il gusto amaro dell'errore !
Non voglio più prendermi
sul serio...l'ironia
è il pimo posto
verso la difesa di se stessi...
IL tempo seguirà le membra
ma mai l'anima...
La mia libertà
starà nella responsabilità dei no
e nel pagamento di prezzi cari
pur di riscattare i sogni...
Sarò come aria impalpabile
e se non avrò più la forza
di continuare... infrangerò
le mie tracce nel vento.
data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)
23-09-2014 Redazione Oceano Una ribellione al corso degli eventi scuote la normalità della vita. Il destino che dispone e la forza di cambiare. L’ intensità della lirica è in queste parole ribelli che scuotono in movimenti non più arresi.
Trasgredire per vivere dentro, per non essere ingabbiati dai “devo” dell’esistenza. Schemi, diktat smarriscono il nostro essere senza il quale siamo sempre più soli e persi.
Imbattersi nel muro dell’ipocrisia è il prezzo da pagare per essere se stessi ma la libertà ha il gusto dolce di solitudini smaniate e piene e, del resto, “ … se non avrò più la forza di continuare... infrangerò le mie tracce nel vento.” … e sarà vivere … quella che in molti chiamano follia!

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Pubblicata il 21-09-2014

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