Il campo...

Ho pesato il cuore con tutte e due le mani...
batteva ancora forte quando me l’hanno strappato...
Insieme alle donne 
ho camminato senza andare a nessuna parte...
magre di una magrezza surreale... senza capelli o vezzi,
ho cercato di lavorare e sgranavo le pietre con le dita
e con gli occhi mentre morivo di terrore...
e dicevo che non potevo morire.
non in quell’istante... non allora...
il binario mi ha portato via mia madre giovane
ed un padre silente...la dignità l’ho persa quando
mi hanno frustata nuda...
Ogni giorno... mi vola in faccia la cenere puzzolente
di corpi inermi  bruciati...
annichiliti dal dolore e consumati dalla fame...
Piango ogni giorno... in realtà ogni istante...
sulla faccia rotta dalle legnate, bruciano le lacrime
come se fossero ferro rovente...
mi nascondo  per mangiare 
un pezzo di pane sporco rubato a chi è già morto...
e non aspetto più il giorno...sarà tutto uguale
fino a quando non finirà la carne di innocenti, 
immolati in nome del nulla.
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30-01-2017 Redazione Oceano Dolore che non si spegne mai, sofferenze che sono rimaste imprese, ed è bene che così sia, nella memoria collettiva dell’umanità. A tal punto che non serve dare punti di riferimento, non servono nomi, non c’è bisogno di alcuna indicazione. Sappiamo tutti di cosa stiamo parlando.

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Pubblicata il 25-01-2017

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