Affreschi

Son tornata tante volte col pensiero
cercando trame del mio lungo percorso
sui campi, nei tronchi accartocciati,
nell’erba sempre uguale, nel vento
che soffia e accarezza brezza leggera.
Nei rami di ginestra ai bordi di una strada,
nei campi di papaveri, rossi fiori intrisi di rugiada.
Quando si ferma il peregrinar del vento,
intreccio collane di perle bianche e grigie,
sorrido ad un roseto mentre una stilla si posa
su un fiore che schiude il suo bocciolo…
giocar di farfalle al bisbigliar dei germogli.
Piange una rosa quando vien recisa.
Mi prende per mano un sogno e
come pittore che gioca con i suoi colori,
dischiudo anch’io affreschi di luce e amore.

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18-02-2016 Pomina Genoveffa Genoveffa Pomina
Dormiamo ciascuno infagottato nei nostri sogni o nascosti in un sonno senza parole. Non c’è mai un perfetto mondo in bianco e nero. Ci si può illudere che le nostre scelte abbiano colori speciali, senza sfumature grigie…una scelta di salvezza si può sempre trovare! Ci sono momenti in cui la logica rete delle sequenze casuali si arrende, colta di sorpresa dalla vita…non muoversi, non far rumore…aspettare che il tempo passi una goccia alla volta…come l’acqua che lentamente e inesorabilmente si infiltra nella sabbia. Forse nel mondo non siamo mai soli davvero perché anche l’individuo più insignificante è due non uno…Echi della mia infanzia…pagine lette e pagine bianche della mia vita. Promesse di stagioni e squarci d’azzurro…soffi d’aurore sul mare e sui campi…Pioggia fitta e fredda su strade aperte, sui lumi che si accendono e quelli che si spengono…sulla soglia della mia casa…sul musino del mio gattino…Sui vetri delle gioie inattese e sui suoi silenzi…Sui rifugi infranti e sulla solitudine della strada della morte non desiderata…Sulla speranza rinata, sugli alberi, sulla schiuma delle nuvole…Sulle dorate immagini e sui dolori che ti scoppiano il cuore…Sul “ieri” perché è stato…sugli echi degli affetti perduti…Sugli affanni da stemperare…sui ritagli di luce per dipingere meglio il cielo dei ricordi…sulle orme percorse che conducono a niente…sui dolori dei percorsi obbligati…(Nuccia)
18-02-2016 Pomina Genoveffa Genoveffa Pomina
La vita è piena di enigmi con le gioie improvvise, i dolori inevitabili, le malattie, l’invecchiamento e la morte. Dolore e felicità sono inscindibilmente legati l’uno all’altra…fanno serbare dentro sensazioni, impressioni e immagini…ogni cosa al suo posto come se si potesse legare e imballare il tutto in scatoloni e senza perderli di vista nemmeno un attimo, tirarli fuori un dato giorno.Ogni nostro pensiero contiene in sé da qualche parte l’essenza della verità, anche se le parole possono catturarci, condurci in un altro mondo e possono farci tremare e arrivare ad aprire le stanze più segrete della nostra anima. Possono avere ali le parole? Ci sono momenti in cui il mondo come lo conosco cessa di esistere per farmi diventare di colpo diversa con la vita che cambia completamente il suo corso. Oppure il punto di rottura è un processo lento e per questo mi coglie di sorpresa? Sono soltanto gli attimi di dolore o di ribellione quelli che stravolgono la vita? Eppure passati questi si riprende a vivere con le stesse paure, abitudini, preferenze e impulsi magari celati sotto altri aspetti. Se le tracce, le visioni e le premonizioni di tante vite fossero scritte, annotate e collegate l’una all’altra, bisognerebbe creare un telaio enorme per conservarne la trama. Se questo telaio venisse tessuto anche per non moltissimi anni, dopo un certo tempo le preveggenze si potrebbero mostrare accurate, perché ci sono persone che la storia se ne deve per forza ricordare…vengono chiamati per farsi avanti e trovare il loro giusto posto. Potrebbero essere esortati a esaminare quei mille fili tessuti dalle vite di ciascuno di noi e dire…ecco questi sono i fili che io cambierò, muterò l’arazzo, devierò l’ordito, altererò i colori di ciò che potrebbe essere.
18-02-2016 Redazione Oceano Accarezzare i tuoi sogni piegati in colori dintorno e ovunque è come dipingere la vita che respira e vive. Fiori e aliti di vento catturano lo sguardo e il sentire, sino alla stilla del tuo sorriso, amabilmente posato sui germogli e te.