Mi manchi...

Mi manchi tanto…
Mi manca il dormire e il risveglio accanto a te…
Mi manca il tuo urlare ed arrabbiarti per un nulla…
Mi manca la tua presenza fisica, la tua voce, il nostro parlare di cose di poco conto…
Mi manchi quando mi ritrovo a parlare mentalmente con te e inconsciamente a sentirti rispondere…
Mi manchi quando c’è qualcosa che non va o qualcosa che mi turba…
Mi manchi quando stiro quelle due cose per me…
Mi manchi quando apro il frigo e lo trovo quasi sempre vuoto…
Mi manchi quando mettendo in lavatrice cose per lavare giro per tutta casa per cercare di prendere questo e quello…sovente schiaccio il tasto mezzo carico e lavo con ciclo breve…
Mi manchi quando facevamo la siesta dopo pranzo in quell’oretta di pace dopo un’intensa giornata al lavoro…
Mi manchi quando non sto bene e penso a come cercavi di fare questo e quello…
Mi manchi quando ti mandavo a fare spese e tu compravi di tutto e di più ed io ti sgridavo per l’esagerazione…
Mi manchi quando ci vediamo con i nostri amici per fare due chiacchiere e la poltrona dove eri solito sedere resta immancabilmente vuota…
Mi manchi quando facevamo i progetti per andare da Chicca in Messico…abbiamo rimandato troppo…
Mi manchi quando vado io da sola in aereo e chiudo gli occhi pensandoti vicino a me…
Non mi mancano i giorni della mia malattia quando avrei voluto morire e dove mi sentivo morire…
Non mi  mancano quei terribile tre mesi della tua malattia…
Non mi mancano i giorni dopo la tua morte quando non ce la facevo a vivere e pensavo che forse se avessi distrattamente attraversato la strada avrei finito di soffrire…
Mi mancano quei giorni in cui uscito dall’IST quando il dolore ti dava un poco di tregua mi porgevi la tua mano perché io la stringessi…
Mi mancano le pagine felici della mia vita…
Non si può nascondere tutto ciò che fa male…
Non ci si sbarazza dei ricordi eliminandone le tracce…
Bisogna stringerli in una tiepida nostalgia…
In una notte in cui la luna brilla luminosa,
i pensieri inespressi anche del cuore più discreto
potrebbero rivelarsi visibili…

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01-06-2016 Pomina Genoveffa Genoveffa Pomina
Ringrazio molto la redazione per i commenti ai miei scritti...
Dal mio libro di narrativa "Sarà per questo che Dio ci ha dato la pelle?"
Il nostro cuore è come un vecchio saggio che se ne sta lì seduto e aspetta…aspetta che qualcosa ci illumini, quando il nostro ego avrà deciso di lasciarci e se ne andrà via urlando e piangendo e noi ritroveremo il nostro saggio cuore…piangeremo fra le sue braccia e lui ci aiuterà asciugandoci le lacrime. A lui non sarebbe mai interessato se accarezzandoci sarebbero venuti via i capelli nel palmo delle mani…se vomiteremo o se non potremo alzarci dal letto… a lui non interessa la paura della morte con i progetti ancora inconclusi che aspettano chiusi in un vecchio polveroso baule…supera le congetture e vi dice la giusta scelta. La mente consiglia attraverso i dubbi ma il cuore non ha bisogno d’inganni, lui ci ama…aspetterò che il mio cuore torni al solito posto e ubbidiente ai miei ordini senza balzarmi in gola rischiando di soffocarmi.
Poi fu troppo tardi per te…Quella terribile parola cancro, malattia inesorabile, gelo invadente aveva subdolamente invaso la tua vita. A tradimento e senza segni apparenti soltanto con un piccolo dolore ingiustificabile per una cosa così grave…ma c’ero io da curare. Davanti a tanta devastazione nella nostra vita chi aveva avuto più fortuna? La morte aveva esaurito la sua pazienza con te forse perché si era stancata di aspettare? Certo allora avrei preferito soccombere io ma…forse la paura della morte è un istinto di sopravvivenza…forse appartiene ad ognuno di noi e al tempo stesso dobbiamo superarla per riuscire a congedarci dalla vita in pace…non ho mai immaginato un luogo in cui la paura non ha più alcun potere…in cui siamo così liberi……te ne sei andato solo nella stanza accanto…non è successo nulla e tutto resta esattamente come era. Io sono io e tu sei tu e la nostra vita insieme immutata, intatta. Quello che siamo stati l’uno per l’altra lo siamo ancora. Chiamami col mio nome e parla di me con la stessa facilità che hai sempre avuto. Non cambiare tono di voce parlando di me, sorridi e fa che il mio nome rimanga quella parola familiare che è sempre stata. Pronuncialo senza sforzo, senza che diventi l’ombra di un fantasma. La nostra vita vissuta insieme significa tutto ciò che ha sempre significato…è la stessa che è sempre stata perché c’è una continuità in essa ininterrotta nei nostri figli e nei figli dei nostri figli. Che cosa è dunque la morte se non un insignificante incidente? Perché dovrei essere lontano dal tuo cuore dal momento che non sei più con me? So che mi stai aspettando da qualche parte, molto vicino, appena svoltato l’angolo. Va tutto bene…”…tu non sei più qui…devi allontanarti davvero perché io possa tornare al presente e uscire dalle sabbie mobili della vita…

"Non ti accade mai a te che abiti lassù nei cieli, non ti accade mai di stancarti delle nuvole che stanno tra te e me ? "(Nootkan)
30-05-2016 Redazione Oceano Quale forte dolore e nostalgia può incidere il verso così forte tanto da giungere nel nostro cuore tanto intensamente da farne percepire l’intensità. Non passa mai il tempo se del tempo non rimane che il rimpianto di tanto amore.