Verso Oz?

Seguono la rotta dei gabbiani
dove il vento sogghigna altezzoso
per ricacciar questi popoli morenti
dalla pioggia di bombe
o dal fuoco d’un fucile.
Sfibrati nell’attesa del riverbero dell’alba
che incontra l’orizzonte, con
sogni clandestini dentro il cuore.
Son bimbi chiamati soldati
con stretti dentro i pugni  
i giochi della perduta innocenza…
son madri stanche con ricordi di fame, 
polvere oppure un moribondo lasciato 
a terra prima di partire…
son saggi guerrieri che lasciano
il campo di battaglia, adagiati
in molti su quel piccolo scafo
mentre il rombo del motore
ne spezza i silenzi.
Si consuma il loro destino nelle ferite notti
con la consolazione d’un pianto
a sollevar i tormenti.
Sbattuti dalle onde nel turbinio
dell’impietoso mare, ricchi di speranze
credono in un dio vincitore della morte e,
come in un’equazione tra realtà e sogno,
immaginano una terra spesso troppo lontana
con il coraggio dell’eterno cammino verso Oz…




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20-04-2016 Redazione Oceano La realtà fende e rimbomba come il pianto che leva i tormenti. Nel tuo verso l’atrocità della fine tesa a squarciare il credo di “un’equazione tra realtà e sogno” e non è coraggio se non feroce abbaglio d’oblio.