Castel

ade il vento a mutar il colore delle cose,
deboli note s’odono all’ipnotico danzar
di quelle fragili melodie.
In una cappa di cielo carica di malinconia
nuvole stanche sugli orti solcati dal vespro.
Paesino in mezzo alla vallata
con vecchie case rinnovate
e un fedele campanile che
al rintoccar delle ore rompe la quiete.
Strade di platani screziate
selciate da buffi autunnali.
S’alza la densa bruma…si sfoltisce…
scopre camini gravidi di fumo…
erba umida e lieve frusciar di fronde.
Erba secca ed avvizzita sul prato
davanti a casa.
Mulinar di vento in mezzo ai rovi…
Una vecchia coglie fiori secchi in giardino
con mosse stanche di lunga attesa.
Un paziente gatto sopra il muro
aspetta carezze e un po’ di cibo.
Muri ceduti e arresi fan da nido
a cuccioli indecisi.
Con la vita, allo strusciar dei giorni
che se ne vanno, viaggia quest’ultima stagione
ed io m’ostino come vecchio albero
già pensoso alle nuove gemme.

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30-03-2015 Redazione Oceano Il sorriso accompagna il verso perché delle melodie intonate dalla lirica c’è sintonia e gioia a comporre le parole.
Magistralmente tutto diventa il nuovo canto che posa lieve e incerto, sulla vita intorno e i battiti che echeggiano in stralci di stagione ormai percossa.
Nel viaggio del tempo, rintoccato da pagine di giorni, raccogli la forza per sbocciare ancora tra solchi e pieghe di malinconia.