La consuetudine

La consuetudine ostacola il divenire: 
lenta e monotonamente scorre. 
Non si usura col tempo: ma argina e pontifica. 
Limita senza straripare. Trasborda senza ungere. 
Nutre senza saziare. Da acqua senza dissetare. 
Puoi scorgerla in cielo, ove ti par di vedere 
grappoli di stelle, che simili a stormi di uccelli 
si raccolgono noiosamente in preghiera. 
Passo dopo passo, lentamente agonizza. 
Spesso implode. Puoi scorgerla ripiegata su sé stessa: 
spossata e ricoperta di lacere vesti, impregnate di noia. 
Come di consuetudine: consumandoti come cera: 
fra impercettibili fremiti, senza far rumore, 
prima tace e poi, con un flebile gemito lentamente, ti spegne.
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31-01-2017 Redazione Oceano La prassi, scandita dall’incedere di meccanici comandi, sfibra la vita, la sua essenza si essicca, restandone solamente una corteccia morta. Mai soccombere al suo ticchettio, che spesso è sinonimo di “comodità”.