Ricordi, Teresa, il battito stanco |
Ricordi, Teresa, il battito stanco del piccione stremato alla cimasa e su di noi gravar il non più franco cielo, e bagnarsi di denso mercurio? E il pianto dei nembi accarezzarti le tenere postille, e il gracidare idrofobo dell'asfalto battuto? L'aere anche s'intristiva colorandosi di fredde cromie. Son quei momenti in cui altro non senti. Vive lo stillicidio, e lì s'addensa il cosmo. Ma su d'una pozzanghera sgualcita come un pezzo di specchio mi misi ad agguantare il riflesso dei tuoi occhi fugaci. Spezzato era dall'attardate gocce il tuo viso sull'acqua. Ed io i cocci soli riappianavo fremendo. Ma nulla paga il pianto delle schegge che son rimaste sole. Ogni tanto sobbalzo di notte scoprendo un pezzo mancante, e scorrono sul mio sudore freddo i soli azzurri del tuo sguardo rotto. |