L'ala accorta do un desio

(Terminiello Gianni)


ILl volo della fenice (Post fata resurgo)


Chiome sparse………
ad alzarsi tra i recinti del mare
spumoso, che stringe una vita.

Si consumano quelle fiamme
di lucciole nascoste, a respirar
in silenzio, il tumulto delle ceneri,
di là a da venire.

Lei irrompe……scalza di resurrezione
tra le sue piumose ali a ricostruire
petali di sogni oltrepassati.

Sacro uccello…..non sai dei tuoi anni,
pronti ad alzarsi di nuovo in volo,
nel ruvido balzello di foglie secche
a macerar nidi di misteri.

A rilento…..scompaiono pagliuzze
di se, entrano nel passato che diventa
futuro di nuove nudità che riscrive…..
oltrepassandole.

Cammina quel volo, dove abita il vento
misterioso dei sensi abbattuti dalla
finta morte.

Lei, come lei……rimuove il tempo
dai deserti di un enigma che parla……
a testa alta.

E sulla cima di una quercia attende
il riflesso di insenature mentali…….
quante, a parlar delle sue orme raccontate.

E così….un rapace sorriso s’immerge
nel sorgere del sole……che dall’acqua
freme ad aspettar un ansioso domani.




La fenice è un uccello mitologico, noto per la storia che lo vuole far nascere dalle
proprie ceneri, dopo la morte. Il motto sempre rispettato dagli egizi e poi dai greci
“post fata resurgo” indica che questo rapace dopo la morte torna ad alzarsi per riprendere
il suo volo eterno. Dalle “Metamorfosi” di Ovidio si parla dell’Araba Fenice, divenuto simbolo della morte e della resurrezione. Dopo aver vissuto per centinaia di anni, il sacro uccello sentiva sopraggiungere la sua morte e costruiva un nido sulla cima di una quercia ad aspettare. La storia di Anna è stata così, ad aspettare con fede e riconoscenza dall’alto del suo nido, il sapore di una