Silenzi
Attraverso la morbida lama del silenzio, un volto che tasta oltre il proprio corpo, nel vuoto oltre il vuoto, alla ricerca dell’assoluta materia di Dio, oltre l’anoressia dell’anima. Con la bava delle ferite provo a costruire una sacca di pezza, pelle di tela a questa carne di cuore. Ho finto nei giorni falsandoli; sedie, pareti, sguardi, l’immobilità delle cose non dette. Non voglio chiederti il tessere segreto di un gesto, ne sciogliere incauto le catene del tuo esserci, ma del tuo fiato corto, del sole che si allunga tardo e sterile su una facciata di tufo bianco. Raschiare il fondo dei propri sogni, per non morire nello sfondo di una casa che si nasconde. Ritrovarsi poi a spiare uomini gravidi di passi dove le città snebbiano e vanno oltre. Se riesci a sorridere, ogni cosa nell’universo torna al suo posto, anche il pesante ronzare di un moscone diventa una sinfonia per coro ed orchestra.
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