Sahir sulla Striscia

Sgomento
m’accorgo d’esser diverso.

Se volgo il mio sguardo
a candidi occhi
son io ad essere inquieto.

Lo specchio riflette
del  corpo innocente
lo sguardo smarrito
spogliato
invecchiato
tra un rudere stanco
maceria di un raid  ripugnante
che del sole deride calore.

In quel letto affiancato
a quei corpi silenti
trascuro gli spasmi
del braccio negato
e sorrido smarrito
a quel camice bianco
che con dolci pretese
mi dona la quiete.

…  afferro così
nell’istante
le  ali violate
strappate
da un mondo spietato
che m’ ha generato …
… senza chiedermi d’essere madre.
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25-09-2014 Vieni Rita Una voce scruta al mondo, inquieta e paurosa.
Molte presenze e assensi, un dire veloce e sorrisi senza volto.
Il presente è giacente su un letto bianco, il futuro morente su un letto di rovi: se donna il dolore e la pena.

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Pubblicata il 11-09-2014

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