Cercami, trovami, rubami, amami

Olga stava alla stazione, aspettava l’arrivo del treno da Milano, suo fratello tornava a casa per le ferie,
non lo vedeva ormai da sei mesi. Finalmente il treno stava arrivando, ma c’era troppa calca, tutti spingevano
e Olga stava troppo vicino ai binari, voleva allontanarsi ma la folla dietro di lei incalzava ed il treno si
avvicinava troppo velocemente; perse l’equilibrio e stava cadendo sui binari, in un attimo rivide tutta la sua
vita, Dio come era stata breve, pensava solo al dolore che sapeva di dover sentire se fosse riuscita a soprav-
vivere, ma in quegli attimi veloci si sentì sollevare e si ritrovò malconcia sulla pensilina, alzò gli occhi e
lo vide; l’uomo più affascinante  del mondo, alto, statuario, capelli lunghi fin sul collo, due grandi occhi
neri come la pece, un naso perfetto, non piccolo ma perfetto, una bocca carnosa di un dolce rosso scuro e poi
sì sentì male, le forze le mancarono ed ella svenne.

Si riprese su una lettiga, il fratello Riccardo vicino che cercava di rianimarla chiamandola per nome, Olga si
guardò intorno, non lo vide, chiese a tutti ma gli altri pensarono ad un suo malessere; nessuno aveva visto
l’uomo che l’aveva tirata su. Fu portata in ospedale, pochi accertamenti e poi fu dimessa, lei voleva tornare
alla stazione, doveva ritrovare il suo eroe, ma il fratello la riportò a casa. Olga quella sera fu coccolata da
tutta la famiglia, tutti pensarono ad un angelo che l’aveva strappata ad una morte certa, ma Olga sapeva che non
era un angelo ma un uomo l’aveva salvata, era bello; pensò che lo doveva ritrovare a tutti i costi.

Per ringraziarlo e per un bacio, quel mese Olga alla stessa ora tornò ogni giorno alla stazione nella speranza di
rivederlo, ma fu una ricerca vana, di lui non c’era traccia, era sparito nella notte. E Olga riprese la sua vita
vuota di emozione, spesso si guardava allo specchio, non si vedeva particolarmente bella, ma era un tipo interes-
sante, piaceva  agli uomini, ma ora gli uomini non piacevano più a lei, si era innamorata di un eroe che però era
sparito. Quello che Olga non sapeva era che anche lui la cercava, anche lui era rimasto scosso da quell’episodio.

Ogni notte Olga sognava le sue braccia forti che la sollevavano da terra, affondava il suo sguardo negli occhi
di lui, e poi quando le loro labbra si univano in un lungo bacio appassionato Olga tremava tutta, ma era solo un
sogno. Ma non c’erano speranze per lei, ormai i suoi pensieri la tenevano prigioniera, anche sul lavoro non
rendeva più, non era più la persona vivace e allegra di una volta e questo condizionava anche il suo lavoro, ebbe
un primo richiamo e poi un secondo, la terza volta le arrivò la lettera di licenziamento. La sua vita stava andando
a rotoli, doveva cambiare area, si aveva deciso sarebbe andata via da Terni, sarebbe andata dal fratello su a Como,
avrebbe trovato un nuovo lavoro, avrebbe iniziato una nuova vita; avrebbe dimenticato il suo eroe, non sapeva
neanche come si chiamava; mise a corrente delle sue intenzione la famiglia ed organizzò tutto per il viaggio e per
una nuova vita.

Arrivò a Como in serata, alla stazione c’era il fratello che l’aspettava , si salutarono abbracciandosi, salirono
in macchina ed andarono a casa di Riccardo, chiacchierarono tutta la sera fino a tardi, poi stanca andò a dormire,
il giorno dopo ,era sabato, Olga girovagò con Riccardo per la città, fissò nella mente i posti più importanti, le
sarebbero serviti per orientarsi i primi giorni e i due fratelli passarono così il week-end. Il lunedì mattina
Olga aveva un primo colloquio di lavoro procuratogli da Riccardo, era dall’altra parte della città, Olga non aveva
la macchina e si attrezzò per i mezzi pubblici, prese il suo bus, e controllava il percorso, le scocciava chiedere,
lei era fatta così, cercava di sbrigarsela sempre da sola; si era procurata una cartina della città con i vari
percorsi dei mezzi pubblici. 

Il bus ormai era pieno, quasi non ci si poteva muovere, Olga, per le sue necessità stava davanti, presso il con-
ducente e controllava il percorso quando ecco all’improvviso a un semaforo lo vide, si era proprio lui, che tonfo
al cuore, si voltò voleva scendere, al diavolo il colloquio, ma la folla del bus era troppo stretta, guardò di
nuovo  verso il semaforo era di nuovo verde, il bus si mise in movimento, e il suo lui le faceva cenno con la mano.
Non era sicura di aver visto bene, nel dubbio alzò anche lei la mano in un inutile cenno di saluto, ormai era già
lontano. Aveva bisogno di riflettere, intanto era arrivata a destinazione, scese ed entrò in un bar, aveva bisogno
di un caffè. Aveva cambiato città per dimenticare e se lo ritrovava davanti, Dio dove mai lo poteva cercare, non
sapeva neanche in quale parte della città si trovasse quando lo aveva visto e poi lui l’aveva salutata?

Ma forse salutava qualcun altro e lei si era illusa, come avrebbe fatto per rintracciarlo, quanti pensieri mulina-
vano nella sua mente, penso che il destino a volte era curioso, ma questa volta non sarebbe fuggita, lo avrebbe
cercato, cercò di capire qualcosa di lui, aveva giacca e cravatta dunque non era un operaio, già aveva assodato
un punto, avrebbe iniziato a cercare in tutti gli uffici pubblici. E se li fece veramente tutti gli  uffici, il
fratello non capiva, non voleva avere colloqui di lavoro, usciva la mattina presto e stava fuori fino alle due,
perché si domandava il fratello.

Olga comunque accettò un posto di bibliotecaria, era l’unico posto che le permettesse di lavorare solo il pomeriggio,
Riccardo non capiva perché sua sorella con tutte le possibilità di lavoro che aveva si fosse ridotta a fare un
lavoro così insulso, insignificante, lei che era da sempre stata brillante, pensò che dall’incidente alla stazione
la sorella non era stata più la stessa. Decise di starle più vicina, decise di presentarle qualcuno che le potesse
occupare il cuore. Riccardo non sapeva che la sorella cercava qualcuno. Olga nel frattempo aveva selezionato tutti
gli uffici comunali, ma si rese conto che era una assurdità, e se quel giorno in quell’ufficio dove lei era andata
mancava proprio lui,? Era un sistema assurdo. Olga lasciò perdere ma era diventata anche apatica verso la vita stessa.

La mattina girovagava senza meta per la città, ormai era diventata brava, riconosceva le vie, sapeva il nome di
tutte le piazze,ma non aveva trovato lui. E poi,pure se lo avesse trovato cosa gli poteva dire. Solo Grazie, era
l’unica parola che gli poteva dire; di certo non poteva dirgli: sai ,amore ti sogno anche la notte, sei diventato
il mio tormento, il mio dolce tormento! E poi i pomeriggi in libreria, lunghi pomeriggi a combattere con un pubblico
che non sapeva neanche cosa voleva leggere; lei sapeva cosa voleva leggere, gesta di amanti, storie d’amore infinite,
anime che si fondevano in un sol corpo. E intanto aspettava, aspettava sperando che succedesse qualcosa, aspettava
che se lo  trovasse all’improvviso davanti per strada, sognava Olga, e lo sapeva di sognare, ma era l’unico modo di
vincere il suo tormento.

Riccardo intanto selezionava le sue amicizie nella speranza di trovare qualche amico che potesse andare bene come
accompagnatore per la sorella, Riccardo stava in pena per questa sorella tanto inquieta, tanto triste e sempre alla
ricerca di qualcosa che non riusciva a definire. Gli venne in mente che c’era quel suo collega, Luciano, era single,
ma non per scelta ,era troppo preso dal lavoro e dalle sue responsabilità. Riccardo organizzò una festa, si fece
aiutare da un’amica e poi venne la parte più dura ,convincere la sorella e il suo collega a parteciparvi. Dopo tante
insistenze ottenne quel che voleva.

E ci fu la festa, Olga fu veramente affabile, chiacchierava con tutti ed era una persona allegra e disponibile;
Riccardo controllava sempre la porta, aspettava l’arrivo di Luciano, passarono le ore, ma di Luciano non si vide
neanche l’ombra, tutti andarono via, Olga si era divertita ma appena la festa finì sul suo volto tornò la solita
espressione apatica che faceva tanto soffrire suo fratello Riccardo. Il giorno dopo Luciano si scusò con Riccardo
perché per un fatto improvviso non era riuscito a partecipare alla festa, se ne rammaricava tanto e alla prossima
si sarebbe fatto perdonare, Riccardo accettò le scuse ma pensò anche che sarebbe stato difficile programmare il
tutto un’altra volta. E la vita riprese per tutti con la stessa monotonia. Un bel pomeriggio in libreria successe
un fatto nuovo, Olga come al solito stava sistemando dei nuovi libri quando si bloccò all’improvviso, il suo lui
stava entrando in libreria, Dio che tonfo al cuore, si sistemò alla meno peggio e sfoderò il suo sorriso migliore
si avvicinò al bancone e riuscì a malapena a dire: prego in cosa le posso essere utile? Nel frattempo con lui stava
entrando anche una giovane donna che mise il suo braccio sotto quello di Luciano.

Luciano la guardò incuriosito e poi disse:  Siamo venuti per un libro di poesie per la signorina qui con me, ma
lei ha un viso familiare, e si grattava il mento come per ricordare, ma si alla stazione di Terni, si ricorda lei
stava cadendo ed io lo tirata su,poi la folla ci ha divisi, mi dispiace avrei voluto presentarmi, ma quando sono
riuscito a divincolarmi dalla calca la sua autoambulanza già ripartiva; come sta adesso? Come mai qui a Como?
Olga aveva la testa che le girava, sentiva le parole di lui ma il suo pensiero era per quella ragazza vicino al
suo lui, fece un bel respiro e::tutto bene, grazie per avermi salvata, se non c’era lei io ora non potrei stare
neanche qui.

Luciano: l’ho cercato tanto, volevo sapere come stava, come se la cavava, ma ora che la vedo mi sento meglio,
(le tese la mano per presentarsi )mi chiamo Luciano e sarei felice di invitarla a cene una di queste sere. Olga tese
la sua mano e si presentò, gli avrebbe voluto gridare di ridarle il suo cuore, che non viveva più, ma riuscì solo
a pronunciare il suo nome: piacere, Olga, sono molto impegnata, non so se è il caso (e guardò la ragazza) mi  dica
che libro le interessa? Luciano contrariato le  disse il nome del  libro ,pagò, la guardò di nuovo e andò via con sua 
sorella  Edwige Olga si sedette, si sentiva sconfitta, voleva sprofondare, non sapeva cosa pensare, lui aveva una
donna, che stupida era stata a pensare che lui fosse libero e che bella ragazza aveva, Olga non sapeva più che fare
della sua vita, le pareva tutto inutile e vano e intanto si massaggiava la mano che lui le aveva stretto, era una
stretta poderosa ma gentile. Olga tornò a casa a piedi, non prese il solito bus, aveva bisogno di camminare, aveva
penato tanto per cercarlo e lui aveva una compagna. Come era strana la vita!

Arrivata a casa ,salutò il fratello ed andò a dormire, Riccardo capì subito che era successo qualcosa , entrò
nella camera della sorella si sedette e accarezzandola le chiese cosa la tormentava, la voleva aiutare ma se
non si confidava lui che poteva fare Olga gli raccontò tutto tra le lacrime, Riccardo comprese e sapeva che
solo il tempo poteva guarire il mal d’amore della sorella, la incoraggiò un po’, le preparò una tisana e la
lasciò riposare. Ormai Olga trascorreva le sue mattinate oziando a casa, non aveva voglia di fare nulla, ogni
tanto le appariva nella mente il viso di Luciano, lei con gli occhi del pensiero lo rimirava, poi sospirava e
continuava a vivere, lui aveva un’altra, più giovane più bella, più donna di lei, Olga pensò che aveva perso,
era inutile cullare il pensiero di essere sua, non sarebbe mai successo, eppure di notte lo sognava ancora,
sognava i suoi occhi che le rubavano i pensieri, sognava la sua bocca che le toglieva il respiro con quei baci
senza fine,sognava le sue mani che le accarezzavano il viso e scendevano lungo la schiena procurandole un lungo
fremito di piacere, eppure sapeva di aver perso.

E poi successe quel fatto strano, in libreria le fu recapitato un fascio di rose rosse, da quel giorno per tutti
i giorni riceveva un fascio di rose rosse,sul biglietto sempre la stessa frase::  sarai mia? .. Olga non sapeva
cosa pensare, non sapeva chi mandava le rose, mai avrebbe pensato che era il suo Luciano, si, si sentiva lusingata,
c’era ancora qualcuno che era interessato a lei ma non era la persona che lei desiderava e la sua vita continuava
sempre più triste. Poi un giorno Riccardo le chiese un aiuto, le disse che era innamorato della sorella di un
suo collega ma ogni volta che la invitava a qualche parte il fratello la seguiva, come se volesse evitare che
la sorella uscisse da sola con qualcuno, eppure continuò che 20 anni la ragazza doveva avere, Riccardo non capiva
perché questo attaccamento morboso tra i due ma soprattutto voleva stare da solo con la ragazza. Olga accettò di
aiutare il fratello e organizzarono la festa.

Quella sera Olga era stupenda avvolta in quel tubino nero che le lasciava tutta la schiena scoperta, i capelli
alzati sulla nuca e appena un filo di rossetto, Olga pensava di essere una ragazza come tante, non sapeva come
appariva agli occhi degli uomini, era slanciata con un giro vita ben marcato ,un visino dolce minuto due occhi
neri e profondi, era una bella ragazza. Olga e Riccardo stavano in un angolo della sala, aspettavano osservando
tutti gli amici che man mano arrivavano e poi Olga si fece triste ,i suoi occhi non brillavano più, stava entrando
Luciano con la sua dama, Olga si senti venire meno, si aggrappò al braccio del fratello che aveva gli occhi lucidi,
Riccardo si girò verso la sorella e le disse... eccola la mia passione, al braccio del fratello Luciano.

Olga in un attimo non capì più nulla, era dunque la sorella ! lei aveva sofferto tutto quel tempo per una sorella?
Dio come le girava la testa, perché Riccardo non le aveva detto nulla? Certo, come lo poteva sapere, e lei come
poteva sapere che Luciano era collega del fratello, certo se fosse andata al primo colloquio nell’ufficio del
collega di Riccardo forse lo avrebbe saputo, se non si fosse distratta proprio da Luciano per la strada. Luciano
ed Edwige si avvicinarono ai due fratelli, Luciano si inchinò in un bacia mano davanti alla bellezza di Olga,
affidò Edwige a Riccardo e chiese a Olga di ballare con lui e senza aspettare risposta le passò il braccio intorno
alla vita ed entrarono nella cerchia del ballo. Olga si lasciò andare, scivolava sulla pista con lui dolcemente,
sembrava una coppia affiatata da molto tempo, poi Luciano la guardò negli occhi ,vide la passione di Olga,
avvicinò la sua bocca all’orecchio di lei e le sussurrò.., ora sarai mia?.

Finalmente Olga capì chi le mandava le rose, e allora lei piaceva a lui ? stava tra le sue braccia e stava proprio
bene, la sua voce così calda, persuasiva, si sentiva protetta, tutte le pene degli ultimi mesi svanirono nel nulla
e la  mano di lui appoggiata alla sua schiena le faceva desiderare ben altro. Olga alzò lo sguardo, lo guardò negli
occhi e vi vide tutto il suo universo, si strinse a lui e gli disse:: rubami ed amami:... Luciano la strinse 
forte a se e ballando, e  ballando si avvicinò alla porta, uscirono dalla sala ed andarono via. 

Andarono a casa di lui, Luciano aprì la porta la fece entrare e lei come in un sogno si ritrovò tra le sue braccia,
le due bocche si cercarono, si unirono le vesti scivolarono in terra e loro si ritrovarono sul letto in un amplesso
dolcissimo, finalmente Olga ritrovò se stessa, appagata si rannicchiò nelle braccia di lui e lui la teneva stretta
tra le sue braccia  ed  il sonno ebbe ragione di loro. Intanto la festa finì, Edwige rimasta sola chiese a Riccardo
di accompagnarla a casa perché non sapeva dove fosse finito il fratello. Edwige lo fece entrare in casa per offrirgli
l’ultimo martini quando sentirono dei rumori nell’altra stanza, Edwige si avvicinò, aprì la porta e li vide:
Luciano e Olga , l’uno nelle braccia dell’altro che dormivano, 
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