Primo pomeriggio

Camminava in quel primo pomeriggio 
per le strade deserte della sua cittadina, 
ma non era sola, 
le faceva compagnia la sua solita amica di sempre, 
la sua solitudine. 
Amica discreta era,
mai l’aveva tradita, 
la sua amica le custodiva i segreti con tenacia e discrezione. 
Lei si era fermata in quella via, 
le giungevano da lontano il vociare vivace di 
adolescenti impegnati a giocare a pallone, 
scelse una panchina, 
tirò dalla borsa notes e matite e iniziò a disegnare. 
Ormai era conosciuta un po’ da tutti. 
Lei si fermava nei luoghi più improbabili e disegnava;
disegnava tutto quello che si muoveva,  
quasi ad alleggerire quel suo cuore insofferente. 
Nulla poteva più ferirla, 
aveva vissuto il cupo della notte e le ombre del giorno, 
cercava disperatamente il calore di un raggio di sole. 
Per dire il vero ora li vedeva quei raggi, 
di una maledetta bellezza e luce ma non la riscaldavano, 
oggi lei aveva il ghiaccio nel cuore e 
si chiedeva se mai fosse sorto un sole nuovo, 
un astro capace di fonderle i pensieri tristi, 
capace di infonderle nuova vita tra le crepe dell’anima.
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