Giunco

Olga lo guarda, è teso su quella sedia in una posizione anomala, cerca di trovare una stabilità che più
non ha, il volto è sofferente. Lui: -Vado un po’ sulla mia poltroncina, mi sento stanco.
Olga: - Sì, avete la faccia tirata, riposatevi un po’.
A fatica si alza, una bacchetta di giunco deforme è, strascina il passo lento, si ferma in preda a un
capogiro, si ferma aggrappandosi allo spigolo del tavolo, una lacrima gli scorre sul volto e chiede:
-Vorrei solo sapere che mi succede, perché mi sento così?
Olga: -Su, coraggio, avete misurato il diabete?
Lui: -No, non è il diabete, che mi succede?
La voce è stanca, riprende se stesso e va a distendersi un po’.
Olga si volta dall’altra parte, non vuol essere vista in viso. Come potrebbe rivelargli la verità? Non
può di certo dirgli che il Mostro lo sta divorando vivo. Non può dirgli che la sua strada sta volgendo
al termine e che nulla lui può fare per cambiare le cose.
Finalmente lui s’addormenta un poco, un ennesimo colpo di tosse gli sconquassa il petto, si sveglia, si
agita, si spaventa e poi, remissivo, riprende il suo riposo.
E Olga cerca di tenere a bada i pensieri suoi; perché la vita le sta offrendo di attimi così atroci?
Forse che non aveva già pagato il suo obolo in  dolore?
Sconfitta sa che dovrà accompagnare anche lui, l’ennesimo lui, verso l’oblio della fine.
Olga vive cercando di non pensare, duri per lei son stati gli anni, sempre qualcuno da dover accompagnare,
sempre qualcuno da dover sostenere mentendo come la più perfida delle streghe mentre il cuore suo sogna
un raggio di sole.
E la giornata trascorre lenta per Olga tra lui e i suo attimi stanchi, tra lei e quella sua verità
inaccettabile …
Sì, Lei ha saputo che il suo Lui le farà compagnia per poco ancora e si ribella nell’unico modo che
conosce    ” distruggere Lui” meccanismo perverso di una mente persa nei meandri suoi.
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09-08-2014 Redazione Oceano Il male accompagna, divora e annienta.
Triste realtà descritta dall’autrice.
Sotto la sua ombra la paura!