Luna |
La Luna che si tuffa nel mio bicchiere ha il profumo dolce del Gelsomino, nelle bordure delle villette estive, calde, vivaci, come sensuali notti d’Agosto e poi nuovamente abbottonate e frigide nel gelido inverno, quando il mare si gonfia e grida, s’increspa di spuma violenta, rumorosa e arrogante, empio di forza, scellerato. Luna, t’avessi ancora nel mio bicchiere, ti berrei d’un fiato oppure non brinderei affatto, per non lasciarti scorgere dal balcone accanto e nascosta tra le pieghe di un fazzoletto, ti lascerei seccare come un fiore di campo. Luna stinta Ossidata dal silenzio notturno da innamorati incostanti, e da tiepide promesse shakespeariane. Luna eterea, frantumata e dispersa: scintille luminose di un calice rotto scivolato dalle mani insicure, d’un viandante ubriaco. Luna torbida, avvolta tra nuvole di ragnatele filanti, Velata dalla fioca luce degli abatjour accesi Sui racconti d’infanzia Di colpo scivolati nell’oblio del sogno, Setacciando pensieri che scemano lentamente come sabbia tra le dita. Con gli occhi chiusi ad ascoltare le ombre. Sigarette accese mimano nella notte le luci lontane dei cimiteri silenziosi e quieti ed altre, nuove Lune ad illuminare l’Eterno. |