Luna

(Radicati Stella)


La Luna che si tuffa nel mio bicchiere
ha il profumo dolce del Gelsomino, nelle bordure delle villette estive,
calde, vivaci, come sensuali notti d’Agosto
e poi
nuovamente abbottonate e frigide nel gelido inverno,
quando il mare si gonfia e grida,
s’increspa di spuma violenta,
rumorosa e arrogante,
empio di forza,
scellerato.

Luna,
t’avessi ancora nel mio bicchiere,
ti berrei d’un fiato
oppure non brinderei affatto,
per non lasciarti scorgere dal balcone accanto
e nascosta tra le pieghe di un fazzoletto,
ti lascerei seccare come un fiore di campo.

Luna stinta
Ossidata dal silenzio notturno
da innamorati incostanti,
e da tiepide promesse shakespeariane.

Luna eterea,
frantumata e dispersa:
scintille luminose
di un calice rotto
scivolato dalle mani insicure,
d’un viandante ubriaco.

Luna torbida,
avvolta tra nuvole di ragnatele filanti,
Velata dalla fioca luce degli abatjour accesi
Sui racconti d’infanzia
Di colpo scivolati nell’oblio del sogno,
Setacciando pensieri che scemano lentamente
come sabbia tra le dita.

Con gli occhi chiusi ad ascoltare le ombre.

Sigarette accese
mimano nella notte
le luci lontane dei cimiteri silenziosi
e quieti
ed altre, nuove Lune ad illuminare l’Eterno.