Eritrea |
Visetti smunti e pance gonfie, due fuscelli le gambe , occhi che parlano di fame e povertà. Bimbi tranquilli, sotto al sole cocente, giocano a nascondino, lentamente defluisce la linfa vitale. Acqua centellinata e nessun agio, giovani in fuga dall’estremo disagio, nel cuore il sogno occidentale. Speranza in un futuro degno, cibo ed acqua, sogni da realizzare, miraggio di lavoro e libertà. Addio sole rovente, e sabbie e dune, un biglietto di sola andata verso la dignità, lo spettro di essere scoperti, non porta la viltà. Il Sudan, poi la Libia, e sul barcone infine, in volo, verso la libertà. Ammucchiati come vecchi cenci, senza aria e cibo, la stia accoglie defraudando dell’ umanità. Troppi i dispersi in mare, campi profughi per i fortunati, paura, coraggio e sogni, rimbalzano tra le reti della nuova prigione. |