Eritrea

(Casciello Marianeve)


Visetti smunti e pance gonfie,
due fuscelli le gambe ,
occhi che parlano di fame e povertà.
Bimbi tranquilli, sotto al sole cocente,
giocano a nascondino, lentamente
defluisce la linfa vitale.
Acqua centellinata e nessun agio,
giovani in fuga dall’estremo disagio,
nel cuore il sogno occidentale.
Speranza in un futuro degno,
cibo ed acqua, sogni da realizzare,
miraggio di lavoro e libertà.
Addio sole rovente, e sabbie e dune,
un biglietto di sola andata verso la dignità,
lo spettro di essere scoperti, non porta la viltà.
Il Sudan, poi la Libia, e sul barcone
infine, in volo, verso la libertà.
Ammucchiati come vecchi cenci,
senza aria e cibo, la stia accoglie
defraudando dell’ umanità.
Troppi i dispersi in mare,
campi profughi per i fortunati,
paura, coraggio e sogni, rimbalzano
tra le reti della nuova prigione.