Serbasti

(Bregoli Fabrizio)


Serbasti le parole più preziose
nello scrigno bianco del silenzio,
fabbricasti garze sottili, else
per la fronte sfuggente dell’alba,
colombe accovacciate sul palmo.

Ed ora sono stelle tramortite
sullo scosceso asse delle stagioni,
libellule nella prigione d'ambra,
nido scortecciato d’ali
sulle ciglia ferite del crepuscolo.

Le serbasti come bozzoli, rose
pronte a schiudersi alla prima rugiada,
ad un fortuito indugio d’ore.
Le serbasti deciso, fra le labbra.

Ne trassero melodia di ghiaccio,
quadranti taciturni e lapislazzuli,
ipotenuse strabiche di volti.