Nel cielo di Erode

(Moretti Andreina)


Della mia fede non resta che un'arrugginita stella di porpora,
incollata nel cielo di Erode.
Sospesa tra nuvole e inferi, vivo nella terra di mezzo,
luogo selvaggio e arido, dove la solitudine e la disperazione
mi corrodono l'anima.
Come un animale spaventato ascolto il silenzio,
mentre il buio mi possiede.
Vorrei essere gravida di Dio, gravida del Suo amore, della Sua parola,
partorire la resurrezione e la speranza per i dimentcati come me.
Dilaga la luce in questa notte antica,
il vagito di un bambino, un astro sulla grotta,
il Natale altro non è che l'amore sconosciuto che rotola il masso
del sepolcro del nostro cuore.