Una farfalla ed io

(Costa Gregorio)


Mentre supino sto, a rimirar il sole
una farfalla, sul petto mio si posa
e, stanca di volar, riposar si vuole.

Così bella e leggiadra, mi fu il suo apparir
che, all'alma mi s'invola e la lasciai dormir.

Ad una stella, il viver suo, volli accomunar
che, sola col suo silenzio, amore sa donar.

A vederla nel suo splendor taciturna e sola
con un pensier d'amore, a lei rivolsi la parola.

Leggera e silenziosa d'un fiore all'altro vaghi
offri nel tuo splendore solo amore e svaghi.

Per te non contan l'ore che di breve vita vivi
ma gl'istanti che, ad essa, di felicità non privi.

Ad un favillar di fuoco, sempre t'avvicini
e tali ebbrezze t'arpionan l'ali come uncini.

E se una sua lacrima, il tuo vestito bagna
quell'ultimo tocco, silente, t'accompagna.

Non creder diversa la tua vita, mi risponde
similmente, la tua, d'un mar insegue l'onde

vivi come me la vita, nel perigliar del mondo
a nulla ti servon l'ali se poi ne tocchi il fondo.

Così arde la nostra vita e brucia in fretta
non contan gli anni che nel tempo vivi
ma gl'istanti d'amor che il cuor permetta.