Telecamere e pene severe, gli sconti lasciamoli ai mercati

L'umiliazione del corpo e della mente
La notte avanzava minacciosa,
il giorno era stato capovolto
come il corpo di ognuno
là in quella Villa,
oasi di palme e rose profumate.
Nessuno ormai gridava più,
ognuno recitava in silenzio
le sue pene,
rannicchiato,
sperando di restare inosservato.
Offese, strattoni, urla di disperazione,
umiliazioni,
pensieri di morte,
sporcizia,
nudità umiliata.
Lei, no,
in posizione nuda fetale e sporca,
immersa nel gioco mentale
ricordava.
Trecce di velluto nero,
pelle ambrata,
sognava...,
le corse nei campi
e Lui che la chiamava.
Se la notte si fosse fermata,
se la finestra fosse rimasta aperta,
se il vento avesse soffiato forte,
la farfalla che era stata,
di nuovo sarebbe tornata.
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31-10-2016 Redazione Oceano Le condanne dei misfatti non quietano le urla degli orrori.
Non c’è pace dietro quei visi e tregua nei corpi dilaniati, e i tuoi versi riprendono fortemente la realtà: giacciono i sogni non regalando più l’ultimo mai nato.

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Pubblicata il 29-10-2016

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