Il castello

Vivevo in un castello.
Non era mio,
ma con la mamma
stendevo ad asciugare la
biancheria, lassù, nella torre altissima.
Per l'Epifania la mamma
usava il camino per la stesa dei giochi
e dei dolci. 
Ennio, il bambino del vicino aiutava e alla fine
per premio prendeva un dolcino.
Il castello era stato un convento.
La torre è sempre là, smerigliata e austera
su pietra Toscana, 
e quando passo,
se chiudo gli occhi,
sento ancora il cicalio 
della piazza di fronte.
Immagini , colori e suoni,
ginocchi sbucciati,
biciclette dalle ruote bucate,
zuffe e risate,
vivevamo così ogni stagione
crescendo in fantasia e allegria.
Si, Piazza Gualfredotto da Milano,
ancora là, fra macchine e motorini
oggi senza urla sguaiate di bambini né madri vigili alle finestre
in quella antica Firenze artigiana e bottegaia
dove sono cresciuta 
e di cui molto mi appartiene.
data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)
18-12-2016 Redazione Oceano La memoria, che si alimenta di immagini, di suoni, di odori e di sapori, è forse quell’altra dimensione del mondo che la fantasia cerca da sempre.

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Pubblicata il 14-12-2016

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