I guanti rossi

(Gammarrota Gabriella )


Guardò fuori dal finestrino, cercò di tranquillizzarsi, 1..2..3..4.. inspirava lentamente, 1…2..3..4..5,sentiva il cuore pulsare nella testa, rimbombava…ne sentiva il rumore sordo, accellerato , cercò freneticamente l’Ipad nella borsa, si infilò gli auricolari nelle orecchie, musica a palla per non pensare o pensare meno,no non doveva pensare….. l’immagine di loro due abbracciati .
Uno crede che tutto sia perfetto, i figli, la famiglia, lui che torna a casa la sera stanco ma sereno poi d’improvviso tutto cambia, le immagini si capovolgono, si distorcono, i silenzi aumentano, le sere diventano una tortura, le scuse, le riunioni di lavoro, i fine settimana fuori che diventano sempre più frequenti, poi il giorno che per caso li vedi insieme in lontananza in un atteggiamento intimo che ti eri dimenticata negli archivi della memoria e tutto il puzzle si ricompone e capisci tante cose che non avresti voluto capire.
Lui non nega, non ci prova neanche, anzi tira un sospiro di sollievo, aspettava l’occasione giusta: si è innamorato, lei è più giovane, sì ai bambini ci penserà lui la scuola, i libri, i medici, le vacanze, ci penserà sempre lui, lei non deve preoccuparsi, deve stare tranquilla, non gli mancherà niente è tutto a posto- Non fare così non piangere non rendermi tutto più difficile, in fondo il nostro matrimonio era già finito lo sai anche tu…No lei non lo sapeva non se n’era mai accorta, quando è che è finito?O forse sì lo sapeva ma non voleva crederci…. -
Incroci, semafori,palazzi, ,strade, incroci, palazzi ,passanti frettolosi, un gruppo di bambini festanti attraversa la strada, le pubblicità sui muri, le illuminazioni natalizie che decorano le strade.
Toccò l’oggetto duro che aveva in tasca con la mano chiusa nel guanto di lana, per un attimo sussultò quasi si fosse dimenticata.
Si osservava le mani coperte dai guanti- belli questi guanti rossi…se li era regalati per Natale, veramente belli a Giorgio sarebbero piaciuti, a lui piaceva il rosso-.
Pensò a Giovanna e Edo…le sarebbero mancati, Dio quanto le sarebbero mancati! Un groppo di dolore le chiuse la gola, ma sapeva che sua madre ci avrebbe pensato…la immaginò che li prendeva tra le braccia, li coccolava li riempiva di baci, li cullava come quando lei bambina cadeva e si sbucciava un ginocchio o come quando papà non tornava e lei non capiva perché e la mamma sorrideva e per distrarla le preparava le ciambelle al miele che le piacevano tanto…
Di nuovo le mancava l’aria;1..2..3..4.. inspirava lentamente, 1…2..3..4..5 alla prossima fermata doveva scendere, fiocchi larghi di neve stavano imbiancando le strade.
L’autobus ebbe uno scossone, l’autista urlò qualcosa a qualcuno, tutti i rumori erano attutiti, una specie di nebbia avvolgeva i pensieri. I vetri si appannavano, il tremolio delle luci si confondeva con il vapore, i fiocchi di neve, la gente frettolosa.
Ma quando arrivava! Ecco l’incrocio di san Pancrazio tra poco sarebbe apparsa via De Santis, doveva scendere, le gambe le tremavano, si aggrappò alla spalliera del sedile, si fece largo tra la gente infagottata che affollava l’autobus, scese alla fermata barcollando, una folata di aria gelida sembrò bloccarle per un attimo i polmoni, si avviò in fretta, l’oggetto duro era sempre nella tasca, lo strinse con forza quasi facendosi male, si riguardò le mani con i guanti rossi-Belli davvero belli ho fatto un ottimo acquisto-.
Camminava tra i passanti frettolosi, con le braccia piene di pacchetti infiocchettati, si era dimenticata di dire a sua madre che i regali per Giovanna ed Edo erano nell’armadio della sua camera, nascosti sul fondo.
Frugò nella borsa in cerca del cellulare, accidenti l’aveva dimenticato, dove? Ah sì, era rimasto sul tavolo forse poteva squillare, peccato magari Giorgio avrebbe chiamato per dirle che aveva sbagliato, sentiva la sua voce- Amore sto tornando non è come pensi è stato un errore, passeremo il Natale tutti insieme come tutti gli anni-
Rivide l’albero nell’angolo del salotto la mattina di Natale, lo scintillio, le carte colorate, il profumo del giorno di festa e i suoi bambini che si rincorrono, i suoi bambini che ridono, quanto li amava…!
Ecco era arrivata, aveva il fiato corto, le strade erano ormai completamente imbiancate, s’infilò nel portone era l’ora di cena ormai non poteva sbagliare, Giorgio era così abitudinario….. il portiere non c’era, era stata fortunata, una persona era entrata aprendo con le chiavi, l’aveva persino salutata con un sorriso-Buonasera, prego dopo di lei-.
Aveva mantenuto un contegno , saliva i gradini a due a due, si fermò a metà, aveva il fiato corto, la vista appannata,arrivò al pianerottolo, esitò un istante poi suonò il campanello…strinse nella mano l’oggetto duro e contundente che aveva nella tasca del cappotto…ancora un’istante, la porta si aprì,respirò a fondo chiuse gli occhi e puntò la pistola, sparò.
Dopo tanti giorni di gelo e neve, finalmente una domenica di sole,Paolo si avvicinò all’argine per cercare tra i cespugli qualcosa che poteva servirgli , faceva sempre così… la neve degli ultimi giorni aveva creato una guazza insopportabile, le calosche affondavano nel fango e scricchiolavano sui pezzi di ghiaccio.
L’acqua fluiva veloce e inesorabile. Si insinuava tra le fronde degli alberi, tra i canneti. Il corpo di Antonia era incastrato tra i canneti e le rocce sporgenti, completamente nascosto. Un grande masso le bloccava un fianco, facendo sbattere il suo corpo galleggiante da una parte e dall’altra, a seconda del movimento dell’acqua:le gambe si erano infilate tra i rami secchi di un pioppo caduti in acqua.. L’acqua le gonfiava il cappotto e le lasciava scoperte le gambe, nude fino ai piedi, i capelli di un colore indefinito tra il biondo e il castano si allargavano a raggiera nell’acqua, e ondeggiavano…..
Paolo fu attratto da un qualcosa di rosso che sembrava galleggiare nell’acqua, poco distante sull’argine impigliato tra i cespugli ancora qualcosa di rosso, non capì di cosa si trattava guardò per un attimo incuriosito ma aveva voglia di pescare aveva aspettato tanto questa prima domenica di sole, ci avrebbe pensato dopo. Prese la sua barchetta e si allontanò. Poi….. il sangue gli si ghiacciò nelle vene.
Dopo poco Paolo chiamò la polizia, arrivò il Commissario con i suoi uomini. Scattavano foto, perlustravano la zona, raccoglievano prove. Portarono una bara, una di quelle metalliche che usa la polizia. Entrarono nell’acqua, presero il corpo di Antonia , lo caricarono su una barella e risalirono il greto del fiume lo portarono a riva e lo misero nella bara. fino al furgone che, accolta la bara, partì verso l’obitorio. Il commissario scosse il capo perplesso e commentò sbruffando -Se uno proprio deve ammazzarsi non può scegliere di prendere dei sedativi e starsene al caldo? Perché proprio il fiume con questo freddo?-.
Ne avevano parlato tutti i giornali Giorgio Natta affermato avvocato del Foro, ammazzato insieme alla sua giovane amante nell’appartamento di lei. Si cerca la moglie scomparsa da quattro giorni. Era stata vista entrare nello stabile dove la coppia abitava, aveva un paio di guanti rossi. Il Commissario sembrò soddisfatto in pochi giorni il caso era concluso, senza vane ricerche che avrebbero disperso risorse, era il classico caso passionale finito in tragedia. Uno dei tanti…..
L’acqua del fiume continuava a scorrere inesorabile e Natale era già passato.