Ego Veniam

Amore mio,
sarà più leggero il sonno questa sera,
accanto a te.
Invoco il perdono
a Dio, a te e alla mia stessa vita,
per aver oscurato il pensiero in questo scorcio
che imbrunendo invia dissimili bagliori.
Fiamme che ardono a volte dolorose,
che bruciano e tentano  di distruggere
quanto tenacemente costruito
nell’abbraccio con i nostri frutti.
Fiamme che illuminano a tratti 
l’immensa dolcezza dell’amore,
quello vero, completo,
quello che impalpabile ha ricoperto
ogni attimo di esistenze a volte conflittuali,
sempre unite nell’affrontare i giorni,
sempre unite a riposare le notti.
Guardavo l’orizzonte all’imbrunire,
stasera,
prima che inghiottisse il sole,
nella percezione
dell’angolo giro del vivere
che fu, che è e che, se Dio vorrà, sarà.
Ieri avevo l’impressione che quest’angolo
fosse vuoto, piatto, dimora di soli strazi,
perdite,
incomprensioni,
passioni tradite. Vita inutile, fallita.
Ego Veniam, fintanto che avrò voce “Ego Veniam”.
Per tutti gli attimi,
i respiri,
le costruzioni e distruzioni,
per tutte le gocce di sangue che insieme abbiamo versato,
per tutte le stelle che abbiamo sfiorato,
per le creature nostre,
memorie di noi nell’immenso disegno di Dio.
Faremo ancora tanti passi uniti, lo prometto.
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19-12-2016 Redazione Oceano Riflette le difficoltà e le intemperie di un amore solido. Costante precarietà a cui siamo soggetti. Ma un grande amore, anche se talvolta inciampa in pensieri oscuri, vede galleggiare il miracolo che tieni legati due esseri, così diversi ma simili: l’impegno di una vita per amore reciproco.

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Pubblicata il 17-12-2016

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