21 dicembre - Solitudine

Erano i tempi della trepidante attesa,
Erano i tempi dell’intimo silenzio,
Erano i tempi della novella sposa,
Erano i tempi dei bagni nella luna.

Faceva freddo, quel freddo dicembrino,
Ma c’eri tu ed io bruciavo dentro,
Faceva freddo, quel freddo solitario,
Ma c’eri tu ed io sognavo sempre.

Il gabbiano planava piano piano,
Sfiorava l’acqua salata e ci aspergeva,
Ala bianca petalo di rosa,
Quella rosa negata e mai pretesa.

La voce del vento non bastava,
Una carezza, un bacio e gentilezza,
Una mano calda, una parola sola,
Nell’attesa del miracolo interezza.

Erano i tempi gloriosi delle carni rosa,
Erano i tempi di speranza nel futuro,
Erano i tempi dell’embrione profumato,
Erano i tempi per desiderare un fiore.

Sola colsi il profumo e partorii il bocciolo.
data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)
25-12-2014 Redazione Oceano Lirica intensa e sofferta. Lo stile musicale e ben ritmato non fa cogliere subito il dolore di quel parto…solo alla fine si avverte la solitudine della donna che colse il profumo e partorì il bocciolo,
la chiusa lascia presagire tutto e niente, viene spontaneo chiedere se il bocciolo sbocciò o rimase per sempre nel cuore di mamma, novella sposa dalle carni rosa.
Conosciamo la riservatezza e il garbo dell’autrice, ma ogni suo componimento ci svela un innato talento che cresce di giorno in giorno…e questi sono i tempi da celebrare adesso, i tempi del raccolto…perché non pesa e non va mai perduto ciò che si fa per amore.

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Pubblicata il 21-12-2014

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