Purgatorio

Inferno,
mi cacciasti in un Inferno,
e io bruciai contenta.
Soffrii il rosso
ardendo vita 
che odiai e poi
amai.
Lottai, sai,
lottai nel tenere uniti
i miei brandelli,
li umettai, 
saliva amara,
zuccherina di acini,
vischiosa,
limpido ruscello.
Lottai, sai,
lottai per tenerti fuori,
da quel fuoco,
passione struggente
delle notti. 
Non ti volli,
e tu lontano,
nel tuo Inferno
terribile agonia dell’urlo
sfrenato,
gratuito,
in patibolo di vita.

Sei tornato stanotte,
hai aperto l’uscio dell’Inferno,
traslandomi nel bianco Purgatorio,
ovattato,
muto,
dove tutto è neonato.
Sei tornato velando i colori,
nel letto bianco del silenzio.
Tacciono gli occhi bucati
dei fantasmi,
mirando l’arcobaleno oltre il muro,
tremano le ignare mani 
dei fantasmi,
grattando il cemento con le unghie,
rantolano i sospesi polmoni
dei fantasmi,
sfiorando le stelle con l’olfatto,
scalpitano le lenzuola 
dei fantasmi
cavalcando tsumani d’infinito.

Mi muore il rosso  
del peccato,
mi muore il rosso
della passione,
mi vive il bianco,
l’azzurro,
l’iride incompleto.

Lasciami andare oltre questo male,
lasciami andare a ritrovare il rosso.
data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)
10-02-2017 Redazione Oceano “Lasciami andare oltre questo male,/ lasciami andare a ritrovare il rosso.” Il rosso del fuoco, della passione, dell’inferno, è comunque preferibile al bianco del purgatorio …

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Pubblicata il 03-02-2017

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