...e ora


… e ora che mi ascolto nel silenzio,
che il mio corpo racconta la storia della vita,
ora, figli miei,
trattenete fra le vostre mani quell’essenza,
quell’alito di Dio
che vi soffiai all’alba di un mattino.
Non temete, figli,
volgete gli occhi altrove,
dove il domani,
appare effimero infinito,
non temete,
vi accompagnerò, se voi vorrete,
fino all’ultimo respiro.
Dagli appannati vetri dei miei giorni,
in silenzio vi seguirò,
inspirando ancora il vagito dell’aurora,
contando i vostri passi uno a uno,
le risate gioiose in mezzo ai campi,
il balbettio di parole e d’alfabeto.
In silenzio,
inseguirò i vostri sentieri, 
le vostre gioie e sofferenze
la dura scalata dell’adulto.
Rimarrò celata, 
creature mie,
sommando speranze,
sottraendo ansie,
trattenendo in me l’inganno dell’indifferenza,
quell’inganno che mente a se stesso,
per non creare l’idea dell’invadenza.
Non temete,
figli
con l’antica gioventù che avanza,
dipingo l’esistenza coi vostri volti,
odo ogni istante le vostre voci,
quelle dei vostri figli.

… e ora è tardi,
ho bisogno di riposo,
domani all’alba vi soffierò il mattino.







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17-10-2016 Redazione Oceano La missione più alta di una madre non è quella di nutrire o di educare, ma quella di accompagnare i figli nella “dura scalata dell’adulto”. Aiutare i figli a diventare grandi, e soprattutto indipendenti, è il compito più arduo e meritevole di un genitore.

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Pubblicata il 13-10-2016

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