Sono il Pierrot

“Signore e signori lo spettacolo continua,
sono il Pierrot dalle risa insanguinate,
toccate, genti, toccate il petto mio,
brucia e fa male eppure batte forte”.

“Tu bimbo con il ciuffo sbarazzino,
appoggia la mano sul mio occhio,
asciugalo dal sale e bagnalo di sogni,
cieli azzurri, fiabe e voli d’aquiloni”.

“Tu donna che pretendi da un clown conforto,
strappami il cuore quando per te rido,
tu che sai cosa vuol dire morire,
prestami il filo a rammendare l’ordito”.

“Ragazzo, mio bel ragazzo dai capelli ricci,
chi ti ha rubato di gioventù il sorriso,
chi ti ha cucito l’amaro sulle labbra,
vomitandoti addosso il fiele di sconfitta?”

“Fanciulla d’oro placcata dal tuo sole,
tingi le chiome color di ciclamino,
lascia volare l’amore di un solo giorno,
la vita è un’altra cosa, aspetta il mattino”

“Vecchio che tendi le mani di blu striate,
afferra l’attimo tiepido al tramonto,
cogli il ciottolo più bello del creato,
lancialo in alto a ricordare il passato”

“Sono il Pierrot che ride e balla, 
sulle tremanti punte insanguinate,
sono il Pierrot che si mostra eterno,
accorrete genti aiutatemi a morire”.
data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)
31-10-2016 Redazione Oceano Come antitesi di un Pierrot che tinge d’ illusioni l’esistenza, i tuoi versi sono la voce accorata che induce a spogliarsi di una vita distratta e consumata, per ritmarne il senso.
Indossando l’amarezza del riso, Pierrot invoca la sorte per ritrovar respiro da tanta falsa ilarità.

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Pubblicata il 29-10-2016

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