Amico mio

Ti vedo,
Amico mio, chino su quel foglio bianco,
Le mani sospese al filo dell’urgenza
Di ricamare disegni con parole,
Ti vedo amico, anche se sei lontano,
Veglio con te per dimezzar la stessa pena.

Quando la notte si chiude nelle stanze,
Quando il lume occorre per leggere speranze,
Noi c’incontriamo e nel silenzio udiamo
L’immensa necessità di di liberare il canto,
Di trovare voce e sillabe per placar l'affanno.

Giriamo la penna da una mano all’altra,
Fermiamo sul rigo frasi e sentimenti,
Gettiamo carta e parole insufficienti,
Prendiamo appunti, annotiamo pianti,
Gli occhi arrossati, la gola prosciugata.

Stasera ti saluto amico caro, 
Conscia che la rugiada dell’alba di domani,
Porterà per noi quel profumo di pulito,
Balsamo per il nostro verso ora addormentato.
Nel sonno, forse, incontreremo liberazione.
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18-03-2015 Redazione Oceano Anacenosi sincera, nostalgica e melanconica che avvolge il cuore di un’anima che versa versi pieni di sentimenti ed emozioni in sintonia con il sentire parallelo e raffinato, elegante e chiaro anche se l’ombra notturna s’assiepa accanto guidando la penna.
Nel sogno libertà e dolore, nella realtà visione nell’ethos guardiano di vita.

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Pubblicata il 13-03-2015

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