La mia prima volta

(Sartarelli Vittorio)


Forse non tutti ci siamo resi conto ed abbiamo considerato con attenzione che durante la nostra vita, negli accadimenti che ci sono toccati o nelle esperienze che abbiamo fatte, per ciascuno di noi c’è stata sempre una “prima volta”. Solo il ricordo di essa potrà darci di nuovo un’emozione tanto intensa, come fosse la prima volta. Perché è della prima volta che ci ricordiamo.
Io sono uno scrittore che scrive, pubblica libri e partecipa a concorsi letterari nazionali ed internazionali, ormai da quattordici anni e, durante l’arco temporale di questa mia attività, mi è capitata una prima volta che ricordo sempre con gioia e soddisfazione. E’ stato quando ho ricevuto il mio primo premio per la narrativa edita, per la prima volta nella mia vita. Scrivevo già da sei anni quando ho ricevuto la comunicazione telefonica, da parte della segretaria di un concorso letterario al quale avevo partecipato con una mia pubblicazione, con la quale mi si informava di avere vinto il I° premio per la narrativa edita con l’invito alla premiazione nella manifestazione conclusiva del concorso.
Non è facile descrivere quello che ho provato in quell’occasione, anzitutto, quella era per me una consacrazione della bontà dei miei scritti, finalmente qualcuno, molto qualificato, si era accorto anche di me e, considerato quella che è attualmente la galassia dell’editoria e degli scrittori contemporanei, vincere un primo premio costituiva un prestigio ed una rilevanza notevoli.
Non stavo più nella pelle e già pensavo di organizzarmi per partire e andare a ricevere quello che per me costituiva una grande soddisfazione e, soprattutto, era una cosa nuova ed insolita partecipare pubblicamente e in prima persona ad una manifestazione di cultura alla presenza di persone molto qualificate nel campo della letteratura e di un pubblico intenditore ed appassionato.
Fatte le valige, quindi, ed avendo convinto anche mia moglie a seguirmi, con la mia macchina partimmo alla volta della Campania dove giungemmo dopo due giorni di viaggio piacevole e divertente. La cerimonia di premiazione era stata fissata nell’aula consiliare del Comune, nel tardo pomeriggio, poi, alla premiazione sarebbe seguita una cena offerta dall’organizzazione del concorso. Giunti in Albergo e prenotata una stanza per la sera, ci recammo all’appuntamento, da parte mia con trepidante attesa e comprensibile emozione. La sala era già occupata da un folto pubblico che si era sistemato sugli scranni, in basso, tuttavia, vi erano i posti riservati agli autori invitati che sarebbero stati premiati, di fronte ad essi il tavolo della Giuria del Concorso con i premi costituiti da coppe, targhe e trofei che recavano, ognuno, il nome e cognome dell’autore al quale era destinato. Prima di accomodarci nei posti riservati ebbi l’opportunità di scorgere quello che era il mio premio, costituito da una grande coppa e una targa artistica nella quale spiccava il mio nome e cognome. Quella vista, la presenza di tanta gente e l’arrivo di alcuni dei personaggi deputati alla consegna dei premi, mi generò un’emozione ed una commozione che a stento riuscii a dominare e delle quali mia moglie fu testimone.
Completato, in fine, lo schieramento della Giuria, il Presidente prese la parola e con un sobrio discorso attinente alla Cultura ed alla manifestazione, iniziò la presentazione degli autori e dei premi loro conferiti, nella varie sezione del concorso letterario. Quando venne il mio turno ebbe parole di plauso e di ammirazione per la mia pluriennale attività letteraria e per la mia pubblicazione che si era meritata il primo premio per la Narrativa e consegnandomi il Premio mi chiese di prendere la parola per esternare le mie impressioni e il mio stato d’animo.
Non potei fare a meno di dimostrare la mia emozione ed il mio compiacimento e con qualche difficoltà di adattamento psicologico, trovandomi per la prima volta di fronte ad un microfono, così mi sono espresso :
“Gentili Signore e Signori,
buona sera, sono particolarmente lieto di essere stato invitato a partecipare a questa bella manifestazione di cultura. Ringrazio in primo luogo la Giuria del Premio che ha voluto attribuirmi questo riconoscimento e desidero esprimere un plauso agli organizzatori del Concorso.
Il fatto di avere vinto un primo premio per la narrativa edita oltre ad essere un riconoscimento prestigioso è anche un omaggio alla Cultura, non capita tutti i giorni, la cosa m’inorgoglisce e conferma la validità e la capacità tecnica nel comunicare del mio ordito narrativo.
In fondo che cos’è uno scrittore? E’ una persona di una certa cultura ed una particolare sensibilità che ha avvertito l’esigenza di comunicare agli altri, con la scrittura, il suo mondo interiore, le sue conoscenze, la fantasia, i pensieri, le sensazioni, le proprie esperienze di vita, i ricordi e, in fine, i suoi sentimenti.
Con questo mio libro, che è autobiografico ho voluto raccontare alcuni episodi che hanno caratterizzato la mia esistenza, e con essi alcuni personaggi che hanno interagito con la mia vita contribuendo a formare il mio carattere e la mia personalità
Niente di particolare o di eccezionale, semplicemente, normali accadimenti di vita che possono essere riferiti a chiunque, tuttavia, quello che hanno mosso il mio desiderio di raccontare, sono stati i sentimenti, i ricordi e, un po’, anche le cattiverie dei nostri simili.
Le difficoltà della vita, le aspirazioni, i progetti sul futuro, l’amore, l’amicizia, lo sport, il destino sopra tutti, sono il filo conduttore del mio racconto, in fondo, tutto un mondo nel quale un giovane di cinquanta anni fa cercava di ritagliare i suoi spazi esistenziali.
Ma, cos’è un libro? Qualcuno illuminato ha detto: “ E’ la porta di un mondo che si apre, un invito a restare, a fermarsi in compagnia di una storia, dei suoi personaggi. E’ una traccia che ci portiamo dentro, se il libro che abbiamo letto ci ha conquistato e che può anche cambiarci la vita”.
Ritirare questo premio, in fine, mi gratifica molto e mi sprona a proseguire nella mia attività di scrittore. Ho sempre considerato lo scrivere un godimento dello spirito e un appagamento per l’intelletto,esso costituisce per me una sorta di valvola di sicurezza, alle ansie, alle angosce ed alle insoddisfazioni esistenziali della quotidianità.
E, come nasce un libro? C’è un momento “magico” in cui la pagina bianca si copre d’inchiostro e si riempie di lettere di parole, di frasi che diventano, mentre leggiamo, immagini, emozioni, sentimenti e significati.
A ben riflettere, ciascuno di noi è un “libro”, un meraviglioso contenitore che, a volte rimane chiuso per un po’ o per tutta la vita, se la persona che lo possiede non sa, o non vuole far conoscere agli altri il suo mondo interiore. E questo libro immaginario, che racchiude in se tutti gli accadimenti, le gioie, i dolori, le speranze e le certezze della nostra vita, man mano che il tempo passa, inesorabile, aumenta sempre più le sue pagine.
Ma, quando invece, la porta viene aperta e l’autore di quel libro ha deciso di comunicare con gli altri, avviene il miracolo, perché non è calcolabile o immaginabile l’effetto di impatto e comunicazione sui lettori di tutto quell’universo di bellezza, bisogno di partecipazione, di racconto, di poesia e di sentimenti che esiste nell’animo di ogni persona.
Comunicare agli altri il proprio sentire, le cose che contano veramente, le esperienze e le speranze, che non debbono mai finire, costituisce per lo scrittore un modo per rendersi utile, per far comprendere che, alla fine, non è la cattiveria umana o l’invidia e la superbia che vincono, nella vita, ma sono l’amore, l’onestà e la fede che trionfano.
Questo fatto vorrà pur dire qualcosa, chi scrive crede fermamente in questi valori e si è sforzato di comunicarlo ai lettori, magari sommessamente, chi sa, se il suo messaggio verrà recepito da tutti?
Grazie, per il premio, l’attenzione e la considerazione!”