Il pozzo di Celestina

(Mazzitelli Francesco)


In un tempo lontano, su un colle vicino ad un fiume, c'era un castello abitato da un principe buono.
Nel castello, oltre alla servitù, c'era anche un fattore che curava i rapporti con i contadini che lavoravano le terre del principe.
Il fattore aveva una bambina dagli occhi azzurri come il cielo che tutti chiamavano Celestina.
Anche il principe aveva un bambino, che spesso giocava con la bimba del fattore.
La vita trascorreva felice nel castello: i contadini producevano cereali, ortaggi e frutta in abbondanza, allevavano maiali, galline, conigli, mucche e tanti altri animali.
Il principe trattava bene tutti, prendeva solamente quello che occorreva per la vita del castello ed il resto rimaneva ai contadini che lavoravano le sue terre.
Il papà di Celestina portava spesso la bambina con sé quando andava per i campi ed una volta la portò a bere l'acqua di un pozzo.
Il principino e Celestina crescevano e spesso giocavano insieme felici ed, una volta, la bambina, poiché avevano sete, lo condusse al pozzo per bere.
L'acqua era fresca, il terreno intorno era tappezzato di ciclamini, il posto sembrava fatato e dal colle, là vicino, si vedeva un bel panorama ed in lontananza anche il mare.
Il principino che non aveva mai visto quel luogo, tornando al castello, disse a sua madre che aveva bevuto al pozzo di Celestina.
Al di la dei confini delle terre del principe viveva il brigante detto di Terramala, che era molto cattivo, aveva con se molti lestofanti, depredava le fattorie dei contadini, era molto invidioso e smaniava dal desiderio di prendere il castello del principe.
Invidia, cattiveria e superbia crescevano ogni giorno di più nell'animo del brigante e spesso mandava i suoi sgherri a rubare nelle terre del principe.
Invece il principe era buono, aveva pochi soldati, pensava al bene dei sudditi e non a fare la guerra.
Prepotenza, invidia e superbia crebbero a tal punto nel brigante di Terramala, da non lasciargli più pace né giorno né notte e perciò decise di fare la guerra al principe. Così fece, ed in poco tempo i mercenari del brigante, attaccarono il castello, uccisero i pochi soldati che lo difendevano, il fattore, papà di Celestina, ed anche il principe buono.
Nella confusione della battaglia il principino con la sua mamma riuscirono a scappare ed a nascondersi nella casetta dove abitava Celestina.
Lì vissero per alcuni giorni i due bambini con le loro mamme, ma i cattivi briganti li andavano cercando ed un giorno tutti e quattro andarono al pozzo di Celestina per prendere l'acqua, si sedettero e si misero a piangere per la sventura che era loro capitata.
Erano molto tristi, non sapevano cosa fare ed all'improvviso apparve la fata del pozzo, che disse alla mamma del principino di fuggire lontano con il figlio perché il Malaterra li voleva uccidere e presto la sua soldataglia li avrebbero trovati.
Meravigliati seguirono il consiglio della fata e, prima di allontanarsi, il principino promise a Celestina che sarebbe tornato per vederla e per riprendere le sue proprietà.
Il brigante di Malaterra non riusce a trovare il principino ed il tempo passa; Celestina con la sua mamma vivevano in miseria, avevano solamente una pecora che era tutta bianca ed una gallina.
Per vivere andavano a trovare le verdure dei campi, bevevano il latte della pecora e mangiavano le uova che faceva la gallina.
La mamma di Celestina diceva sempre alla figlia che la pecora e la gallina erano un tesoro perché senza di loro sarebbero morte di fame. Celestina cresceva e diventava sempre più bella, la mamma, invece, per le continue sofferenze muore lasciandola sola.
C'erano tre soldati del brigante che erano ancora più cattivi degli altri, andavano in giro per le campagne e riferivano tutto al Malaterra.
Per la loro cattiveria tutti li chiamavano Testacudenti, Manicudancino e Perciasipala ed un giorno capitano vicino alla casetta ormai malridotta di Celestina, che accudiva il suo tesoro: la pecora e la gallina, che nel frattempo era diventata chioccia con tredici pulcini.
I tre lestofanti, quando tornano al castello, riferiscono di aver visto una ragazza che viveva da sola ed il Malaterra ordina loro di portargliela al castello come serva.
L'indomani i tre si recano là dove avevano visto la ragazza per prenderla, ma Celestina scappa e corre verso il suo pozzo per nascondersi con la pecora tutta bianca e con la chioccia con i tredici pulcini.
Arriva là tutta trafelata e si mese a piangere perché non sapeva cosa fare.
All'improvviso appare la fata del pozzo che le dice: “Non puoi sfuggire a quei tre malfattori, buttati nel pozzo, penserò io a proteggerti”.
Celestina non voleva essere portata al castello a fare la serva del brigante che aveva ucciso suo padre, cerca di prendere il suo tesoro (la chioccia con i tredici pulcini e la pecora) per buttarsi nel pozzo assieme a loro.
La pecora però riesce a scappare su per la collina, prende la chioccia con i pulcini e con loro si butta nel pozzo.
Per incanto il pozzo scompare ed appare una piccola sorgente di acqua a forma di fontanella.
Passò molto tempo ed il principino, divenuto adulto e forte, ritorna con i suoi fedelissimi soldati, sconfigge la soldataglia del brigante Malaterra e prende possesso del suo castello. Ricordandosi di Celestina, si mise a cercarla e, non riuscendo a trovarla, si recò là dove si trovava il loro pozzo.
Il pozzo non c'era più e, stanco e triste, si sedette per riposarsi; dopo un po' notò la piccola sorgente e si piegò per bere un sorso d'acqua.
Appena il principe bevve a quella sorgente si rompe l'incantesimo, si avvera quanto promesso dalla fata, scompare la fonte ed al suo posto riemerge Celestina.
Il principe la fece salire sul suo cavallo e si recarono al castello, dove si sposarono e vissero per sempre felici e contenti.
Si racconta anche che la chioccia con i tredici pulcini, che sono rimasti sotterrati, fossero divenuti di oro e che quel tesoro poteva essere ritrovato solamente da qualcuno che fosse riuscito a portare in quel luogo una pecora tutta bianca e senza neanche un filo di lana nera.