I premio letterario "Una perla per l'oceano"

Si svuota il passato

(Pomina Genoveffa)


Si svuota il passato e questo giorno e il giorno prima
e ogni altro s’annulla inghiottendo dignità e pietà.
L’ombra lunga d’anni mi precede sospinta
da lunghe raffiche del vento presente…
mi segue diventando più lenta.
Lo sguardo si fa vuoto,
perché gli occhi vedono qualcosa ma la mente altro.
Scompare l’immagine al riaffiorar della coscienza…
Come foglia al vento siamo io e lei…
la guardo cadere senza senso persa nel mio domani…
attesa d’un altro mattino senza cielo… (Nuccia)

Tutti vogliamo che le nostre esperienze, le cose in cui crediamo e che pensiamo, siano importanti per qualcuno…ma le cose veramente importanti sono quelle di guardarci dentro, trovare le cose giuste da fare e farle…Dio ci dà un piccolo posto sulla terra da tenere stretto e da coltivare…allontanare chiunque ci costringa ad andarcene e a svoltare in una direzione sbagliata all’ultimo semaforo. Esiste un unico testimone della nostra vita interiore compreso Dio.Questo testimone non è perfettamente consapevole di sé e a volte è inaffidabile, per cui giungere alla verità del proprio mondo emotivo è difficile. La natura umana è spesso vittima di pregiudizi, come altrettanto spesso di fallacità.Non c’è mai un perfetto mondo in bianco e nero…ci si può illudere che le nostre scelte abbiano colori speciali, senza sfumature grigie…una scelta di salvezza si può sempre trovare!Ci sono momenti in cui la logica rete delle sequenze casuali si arrende, colta di sorpresa dalla vita. Lasciando il palco, scendendo in platea e mescolandosi col pubblico sotto le luci di una libertà vertiginosa e improvvisa, una invisibile mano pesca nell’infinito grembo del possibile tra milioni di cose e una soltanto ne lascia accadere. Nel silenzio le cose che avrebbero potuto esplodere in un lampo, una soltanto appare nel cerchio di quel tempo e di quello spazio…quante parole sussurrano al vento l’ordito dei pensieri: mille cicale non bastano, ma passano tra le foglie come tante storie che puoi raccogliere o lasciare fuggire tra le canne laggiù verso il mare sotto il sole. Scrivere al computer, scivolare in un mondo parallelo, mettere su le mie emozioni e pensieri.E’ un mondo ordinato, dove i problemi si risolvono tagliando qui una frase, dando forma ad un’altra, eliminando dettagli irrilevanti e cancellando ciò che si ritiene banale. Controllare l’incontrollabile. A volte rileggendo le parole sullo schermo luminoso sento un grande senso di distacco, come se il personaggio che racconta fosse assurdo e le cose che dice sciocchezze che non risolvono nulla e scoprire che questo nulla non ha proprio nessun valore….però quasi tutte le cose importanti in queste pagine di parole intuitive hanno sciolto nodi impossibili…è come aver risolto un faticoso palindromo in enigmistica:lo puoi leggere da destra a sinistra e dall’alto in basso.E se la mia vita avesse avuto inizio dalla fine? Amore e dolore sono indispensabili nella vita?E perché si alternano, si rincorrono, fioriscono o sfioriscono, muoiono e rinascono in ogni singola storia?Ci sarebbe da chiedersi se ieri come oggi sarebbe stato possibile essere su questa terra in modo diverso…ma il prisma sfaccettato di mille apparenti destini infine me ne rimanda uno soltanto…con i suoi turbinii di emozioni, con i moti interiori che si intrecciano e si snodano e si aggrovigliano contrastando le motivazioni del cuore…assenze e nulla… che vivacchia in me per regalarmi quel po’ di quella filosofia che mi placa almeno per qualche tempo.Qualsiasi cosa ci faccia commuovere e a volte ridurci in lacrime, non è quello che fanno cinquant’anni di perdite o di rimpianti…per spremere lacrime dagli occhi serve qualcosa che è appena accaduto o è stato appena ricordato o visto. Poi ci sono le disillusioni…amore non ricambiato o altre volte cose meno importanti e così ci accorgiamo che il mondo non aspetta noi…fa a meno di chiunque…a volte si conservano le illusioni ben oltre la gioventù continuando a chiederci che la felicità ci è dovuta. Certe cose funzionano meglio se le pensi nel cuore della notte perché non si hanno difese alzate e forse si è più veri.
Poi ci sono i sogni…quando sogni non ti chiedi mai se il sogno è reale…le emozioni sono forti come quando sei sveglio e anche di più. Se si paragonano i sogni alla realtà, quello che differenzia nella mente è che da sveglio puoi ricordare i sogni ma mentre dormi non pensi alla realtà perché credi che tutto è realtà. Il cervello cerca strade per aiutare sé stessi e rispondere ai desideri. Forse dureranno un secondo ma cosa è un secondo? Forse anche l’intero universo ha impiegato un secondo per formarsi…Sotto i colpi del dolore o della morte di chi ami le disillusioni spariscono per lasciar posto alla speranza…perché sperare è guardare al futuro…si prende in mano quel che resta della vita forse per essere soltanto una persona senza paure. Il contrario delle illusioni sono le delusioni…a volte tonificanti risvegli ma c’è anche il contrario della speranza ed è la disperazione,la resa totale l’inizio e la fine in cui la vita precipita.Il tempo passa e non si è più giovani ma nemmeno tanto vecchi…la fine del lavoro, le malattie che arrivano quasi sempre con le rughe e gli smarrimenti, la perdita del compagno, la depressione, la nostalgia, la solitudine, le ansie e le paure.Poi la cosa peggiore è quando ti accorgi che la mano stringe il vuoto intorno a te.Alla fine tutto è messo alla prova: le idee, i propositi, quel che si crede d’aver capito e i progressi che si crede d’aver fatto…ma il tempo non aspetta…è tempo di andare, di procedere nel tempo!Poi ti abitui a tutto….alle grandi perdite…alle cose grandi…a certi dettagli della vita no… I particolari ti cambiano il quadro in generale, anzi contano più del quadro, perché sono le piccole cose quelle che ti senti addosso davvero, che ti graffiano dentro o ti lisciano. La perfezione di tutto non sta nei particolari del bene e del male? Ti abitui alla consuetudine, alla capacità (forse) di trovare normale quello che non è più normale. E’ sbagliato pensare che stai lì al centro del mondo anche se le cose sono ingiuste…ma per quanto tu possa giudicarti severamente, non pensi mai troppo male di te stesso.Ci sono giorni in cui tutto e tutti sembra mi siano contro, ci sono giorni in cui sento un groppo allo stomaco e anche se ho tante cose da fare, non bastano a farlo andare via, in cui la sola cosa che vorrei è volare e lasciarmi andare al vento. Poi imparerò a metterle via e ad andare avanti, ma sono sempre lì e so che torneranno e torneranno sempre più forti e mi chiedo quando arriverà il giorno in cui vorrò soltanto nascondermi in un grande volo…e poi mi viene in mente il gabbiano Livingstone, e allora mi dico che se lui ce l’ha fatta allora posso farcela anche io e mi spunta un gran sorriso pensando a quanta dolcezza, forza e coraggio c’è in un piccolo gabbiano di carta…un piccolo gabbiano che ha sfidato tutto il suo mondo e cadendo e rialzandosi ce l’ha fatta contro tutto e tutti. E poi un vago senso di tristezza pensando che non esiste, ma è poi vero? Non è forse in ognuno di noi? o forse no, forse siamo in pochi a portare dentro un gabbiano Livingstone, a cercare qualcosa o qualcuno in cui credere e per cui lottare e metterci tutta l’anima per arrivare al traguardo… E in fondo in fondo il sogno vero non è quello di trovare un gabbiano Livingstone con cui volare insieme?Milioni di stelle punteggiano il cielo, capocchie di spillo di speranza che mi confortano con la loro immutabile certezza. Questa mia vita d’adesso è difficile da immaginare in questo telo di cielo così vasto…il tempo è come su un fulcro, oltre il punto di non ritorno…tutto quanto distorto, rifratto come una luce attraverso lenti.Rileggendo queste pagine, pagina dopo pagina ne sono uscite le parole con i dubbi e le domande che ancora mi turbano. Su queste righe ho ritrovato i sentimenti che mi appartengono. Dicono che questo viene chiamato la solitudine dello scrittore, ma il realtà non è così perché non si è mai soli…potrà capitare che chi mi leggerà proverà le medesime emozioni…infondere immagini in variegate figure del dire e nella misura intensa del trasmettere. Direi che quando penso alla mia vita, alla mia biografia, tendo ad organizzarla intorno alle grandi passioni che l'hanno motivata. Le passioni sono dei forti organizzatori, danno un forte senso alla vita. E, se penso a tutta la tradizione culturale, in un certo senso posso vedere come essa sia stata un'espressione delle passioni, una semantica delle passioni. La vita delle passioni ti mette di fronte alla rischiosa vulnerabilità della natura umana. Noi subiamo la forza delle passioni, siamo come appassiti di fronte al loro dispiegarsi e ai loro effetti. Le passioni forti in particolare, come l'odio o il risentimento, l'amore e l'orgoglio, offuscano la nostra capacità di ragionamento. Stati d’animo come la tristezza o la malinconia modificano la percezione della realtà. Il nostro mondo non è più lo stesso. Le passioni si insinuano fino al punto di farci abitare in una realtà diversa, piena di possibilità e di avventure, oppure vuota e arida. La determinazione della volontà è anche indebolita o sviata dal moto delle passioni, che ci portano ad agire in modi di cui potremmo rammaricarci o sentirci colpevoli. A porre riparo alla passività della passione si presenta il meccanismo cristallino della ragione, della visione limpida e fredda e del volere governato dalla razionalità. Molte immagini, piene di fascino e seduzione, concorrono a presentarci le cose in questo modo.


Non avevo paura di guardare il mondo. Adesso sono incastrata in questo spazio neutro dove quella felicità si è interrotta e anche se non sono del tutto pronta cerco di non pensare al momento in cui salterò su qualcosa che sta passando perché accetto la vita con le sue incoerenze, i tentativi d’acciuffare questo e quello per poi miseramente fallire…Forse abbiamo una pelle nuova sotto l’epidermide…una pelle intatta dove sopportare tutto ciò che ci crolla addosso…oppure soltanto una carne viva che pulsa…I guai miei più grandi nonché quelli che da sempre mi hanno perseguitato sono: l’amare incondizionatamente, la gelosia e…il rancore.I primi due lasciamoli perdere…ma il rancore è il guaio peggiore perché nel momento in cui si manifesta se ne infischia di certe ponderatissime argomentazioni. Il rancore è solito navigare in acque assai più torbide di quelle frequentate dal cosidetto pensiero razionale. Quando meno te lo aspetti si riaccende come autentico fenomeno di autocombustione, un rogo su cui non fai che gettare disperatamente e invano secchiate d’acqua fredda. Ti immeschina, ti distrugge ed è come se non esistesse nulla di più importate facendoti scivolare nel punto nevralgico dei tuoi pensieri…soffiare lo strato di polvere che divide il pensiero dalla verità non serve perché non sempre dietro ad una cosa ce n’è un’altra…questo è non dar credito alle superfici. … farò della mia anima uno scrigno per la tua anima…del mio cuore una dimora per contenerti…del mio petto un sepolcro per la mia pena…Ti amerò come le praterie amano la primavera e vivrò in te la vita di un fiore sotto i raggi del sole. Canterò il tuo nome come la valle canta l’eco delle montagne…ascolterò il linguaggio della mia anima come la spiaggia ascolta la storia delle onde… (bellissima preghiera) Forse la vita di ciascuno di noi è come un passante distratto perennemente minacciato da un cecchino capriccioso e invisibile? E la saggezza… dove la metto la saggezza, il fatalismo con cui ho accettato questa ritrovata (forse inventata, forse non capita del tutto) benefica saggezza? Certo che con queste elucubrazioni tardive potrei anche annegare e non capire niente… la mia vita è stata come una specie di logica geometrica (ma paragonare la vita ad una logica mi fa sorridere e pensare che forse un po’ di pazzia da qualche parte è stata acquisita ereditariamente se non più esplicitamente da fattori genetici). Tutto è segnato da due punti fissi e minacciosi di un segmento: punto A la mia vita di prima…punto B quella d’adesso. Quello che c’è stato in mezzo è stato relativo per l’enormità di questi due eventi. Dato che il cervello può riconsiderare anche qualsiasi altro elemento del passato recente a livello di stress, spesso riporto a galla anche i ricordi più dolorosi adeguati alle circostanze. Basta che penso un po’ di più (e che sarà mai tutto questo pensare…forse perché non mi è rimasto altro?) ed ecco la cosa spaventosa…i due impulsi contrari e per un certo verso uguali si annullano facendomi fare un passo avanti e uno indietro! Quando metto a nudo pensieri e cuore, non capisco se questa nudità e più scomoda o più patetica, certamente è inutile perché ci deve essere una lezione che insegna che tutti i pensieri e le parole ammonticchiate l’una sull’altra non suonano più eloquenti del silenzio. Però non dar peso alle parole è gioco pericoloso e ancora peggio è dar loro suoni e capacità di smentire le verità più assurde. Per la maggior parte sto a scrivere e continuo a vivere come da anni ormai vivo…ardentemente introversa ma furiosamente dedita alla sforzo di essere al mondo. Scrivere ricerca la nostra verità attraverso lo specchio della memoria. Infatti quando si racconta nella nostra mente appaiono figure, colori, forme e suoni…capacità dell’immaginario umano. Le parole sono mutevoli e interpretabili, rappresentano il cuore e i sentimenti, sono la tela invisibile che tessiamo per capirci meglio, per costruire una nicchia di affetti in grado di superare i nostri assurdi test sull’umanità, sulla sensibilità e l’intelligenza. Lo scrivere è anche una spinta a reagire…il pungolo per ritrovare la fiducia e la tenacia a continuare. Ricordare rivela le parti nascoste della nostra vita e le persone che ne hanno fatto parte. Ricordare e parlare del passato è credere nel futuro, non gettare i fragili cocci del nostri sogni, ma conservarli per insegnare ad aprire gli occhi, guardarci attorno e riflettere. Inseguire i sogni scrutando il cielo che ci offre tramonti infuocati e albe struggenti. Ma cosa c’è in cielo senza nuvole? Una palla di fuoco che affonda all’orizzonte. E’ sufficiente una piccola formazione di nuvole per poter cogliere sfumature, riflessi, cromature spettacolari. I raggi del sole filtrano fra le nubi proiettando sul mare coni di luce dal fascino inconsueto che creano a loro volta immagini sublimi da avvicinarle al divino.




Quando meno te lo aspetti ti ritrovi dietro le sue orme per riprovare ancora a dar vita a quel grande tesoro sepolto nel silenzio…a quel miracolo! Ti sei mai sentita disperata in vita? Hai mai avvertito un vuoto incolmabile dentro te per dimenticare quanto può far male il vivere? Quando ho cominciato a sentire gelo e solitudine? In quale contesto è successo? Quando ho cominciato a sentire quella rabbia vaga, incerta, quella rabbia senza nome e senza volto che il più delle volte rivolgevo verso me stessa? Anche quando il cuore mi parlava perché con i pensieri si è da un’altra parte, l’ira mi annebbiava i sensi e la paura mi rendeva cieca e sorda…la diffidenza atrofizzava il mio mondo facendolo disgregare. La peggiore è proprio la paura perché non si sa cosa si teme...la perdita di qualcuno…le malattie, l’incomprensione, l’incomunicabilità con la persona che hai accanto. Qualche volta è una paura piccola piccola che si riesce a tenere nei suoi confini, altre volte è la paura che cresce in maniera smisurata e ti segue come un’ombra anche se c’è il sole. Poi la paura dei silenzi e della notte. Anche la paura della paura non ci si riesce a difendere perché è più forte di noi.La vita prima era lieve, abbastanza felice, sopportabile…l’epoca prima del dolore. Perché la felicità è come una densa carezza che ti distende la pelle e pare che arrivi da un luogo lontanissimo….ti infonde magia…inspiegabile sensazione magica. Vale la pena di viverla almeno una volta nella vita…è consistenza quasi fisica, una sensazione euforica, uno stordimento assoluto. Desideravo ardentemente che non cambiasse nulla ma nel momento in cui tentavo di uscire dall’immediato presente, mi ritrovavo invischiata nelle mie contraddizioni. Non riuscivo a fare niente se non passare da una decisione sbagliata ad un’altra almeno dieci volte al giorno. Il peggio era che con tutte le varie possibilità psicologiche ottenevo equazioni a mille incognite e senza soluzioni definitive. Si pensa che la vita sia eterna e che nulla è definitivo…la mente, le emozioni e l’anima sono rifugiati in un luogo sicuro da qualsiasi ferita. Quell’orgoglio vano di fiducia, aspirazione e abissale bisogno d’amore in quella bambina che ero stata, in quella ragazzina che proteggevo dentro me, mi fanno riconciliare con la donna d’adesso in una sorta di alchimia. Sotto il suo sguardo cerco di rammendare la tela strappata in tanti minuscoli legami uno dopo l’altro. Cerco la felicità ma so anche che nell’attimo in cui ti tocca è pura e rara…è la perfezione subito seguita dalla paura che se ne andrà. E’ sufficiente il desiderio di trattenerla perché la perfezione intimidisce. A volte rimane per lungo tempo fingendo di non vedere il tuo panico, ma quando scompare ti senti orfana. Cammini per lungo tempo, la ricerchi in tutti i recessi dell’anima…nell’altra persona che hai al fianco cercando dimenticare i disaccordi e la mancanza di armonia. Ma non riappare a comando anche se le lasci spazio, anche se ha tanta voglia di farla tornare…Purtroppo capita spesso d’aver la sensazione ad un certo punto dell’esistenza di sprofondare in un pozzo senza fondo. Rimani immobile per un pò, paralizzata dalla sofferenza, poi cominci ad annaspare, ti agiti sempre più, ti muovi per disperazione senza credere sul serio che le cose possano migliorare…ma di colpo si intravede una luce che diventa via via più forte…la vita non finisce dove si crede non si possa andare più avanti. La cosa assurda e pazzesca è che pur essendoti accorta di seguire la luce sbagliata, continui a restarle aggrappata, come il profumo indimenticabile del vento e la luce inconfondibile dell’orizzonte di prima mattina. Credi inconsciamente di potertene staccare, ma alla prima occasione ci ricaschi e non ci rinunci mai veramente. Forse è la verità del cuore, quella verità che si percepisce come autentica e profonda e che solo particolari pensieri sanno rivelare ritrovando l’assoluto nel quotidiano, ma anche segnali discreti dell’essere perché riesce a dar senso al dolore e all’amore che come tutti gli altri sentimenti turbano e commuovono. Danno spazio alla riflessione e al rimpianto…alla paura e al dolore, ma anche soprattutto dal desiderio di impedire che il tempo non offuschi o concelli i crepuscoli della memoria. Mi porto dietro il calendario dei giorni e degli anni nell’abbraccio delle fiamme di un camino dove sul muro ballavano le ombre…un lume leggeva i pensieri e con lei la mia infanzia e i suoi stupori…le lunghe fiabe di mia madre per farmi mangiare e dimenticare brutti episodi …l’odioso pisolino dopo il pranzo che rubava ore al gioco e a fughe per strade polverose e sole. Nel cortile la palla mi chiamava e il profumo di basilico e il cigolio dell’altalena…il sole sul muro, il verde dei campi…l’ombra sui prati…in mezzo all’erba la stridula orchestra delle cicale che mette mano agli archi per suonare l’accompagnamento…il sole prossimo al tramonto con le sfumature fucsia e rosso fuoco che comincia a screziare in una luce dorata e poi…una luna nascosta tra stelle cadenti d’un cielo più antico…