Il canto del cuore

(Potenza Mary)


Questa notte il suo ricordo si è impossessato di me e, forte del nostro compenetrarci a livello animico, s’insinua nei meandri fluttuanti della mia mente lasciando spazio ai meravigliosi ricordi. Un ritrovamento del mio Io colmo di emozioni forti e sensazioni ancora nitide. Un movimento continuo dell’anima atavica che, come una lenta risacca, si dispiega sull’onda del desiderio incessante di lui.
Ascolto il mio cuore, avverto il suo andare oltre l'infinito ignoto allo scibile umano, e il dirigersi verso la mia luce interiore, splendente nel campo aurico. Contengo le mie gioie implose, i desideri infuocati dalle passioni, i piaceri per le sensazioni dal gusto d'ambrosia e gioiosa, supportata da Afrodite, dea dell'amore, esplodo di felicità!
“Ti starò accanto tutta la vita, per sempre! Abbi fiducia!” Mi diceva spesso.
Tuttavia la sua insicurezza di base emergeva e mi rendevo conto della realtà che, seppure implicata dal sentimento, era palesemente chiara. Non volevo vedere. Ero sicura che una vacanza in un paesino dei Fiordi norvegesi ci avrebbe fatto comprendere quanto fosse bella la semplicità di uno stile di vita. Esperienza emozionale senza pari! Ma lui non voleva spostarsi.
Amore, amore grande della mia vita!
Nelle relazioni d’amore la conoscenza dell’altro è un acuirsi della percezione. Spesso varco la soglia di un livello più ricco d’esperienza e, attraverso le seduzioni della sfera romantica, sono condotta ai più fisici assertori della vita. Come Artemide coltivo la pratica spirituale del silenzio, di cui percepisco il suono, la solitudine che spesso è parte integrante dei miei giorni.
Sono piena di lui ora, dei nostri intensi attimi goduti appieno. Vivo ora, come fosse qui, ombra furtiva al buio dei miei pensieri. Mi soffermo a riflettere sullo scorrere del tempo, il “pànta rèi” del mio amato Eraclito, figura di spicco nella filosofia antica, il divenire del nostro sentimento, inteso non tanto del tempo come tale, quanto piuttosto degli eventi che ci hanno cambiato la vita. Il sentimento del nostro stesso fluire, il rinnovarci ogni giorno e scoprirci diversi nelle azioni. Il suo essere debole trascinato ormai dalla corrente.
Così ritorna a me un’eco di sensazioni della nostra prima frequentazione, rischiarate da una nuova sensibilità che mi fa rivedere i suoi lineamenti come reali davanti a me. Il viso sensuale di un ovale bel delineato che contiene grandi occhi languidi con i quali mi guardava assetato d’amore, le labbra a cuore che baciavo con avidità e non me ne staccavo, il sorriso dolcemente malizioso che apriva la sua solita frase:
“Vita mia è meraviglioso amarti, non lasciarmi mai per nessuna ragione…hai riportato bellezza nella mia vita.”
La bellezza metafisica dell’amore s’incrementa nell’esperienza vissuta dell’essere amati, nella quale essa si dispiega davanti a noi in maniera speciale, così come quando un giorno in silenzio arrivò l’amore. Forzò la mia porta chiusa e la spalancò con straordinaria forza!
Mi rallegrai. Una viva energia pervadeva il mio spirito ed ero pronta ad affrontare il nuovo attimo. Ogni istante seguente era sempre più intenso del precedente. Vivevo una felicità strabiliante che mi riempiva l’anima e mi accecava di luce propria.
Era diverso, dolce e forte nello stesso tempo. Stargli accanto mi acquietava lo spirito. Le sue mani su di me mi riscaldavano al leggero sfiorarmi, ed attendevo i futuri momenti per respirare il rinnovato profumo del contatto dei nostri corpi. Un’enfasi di passione al solo tocco delle nostre mani! Le premure mi infondevano sicurezza e la gentilezza del suo animo si fondeva col mio in un fantastico connubio di delicata estasi.
L’amore mi catturò subito e mi rese sua preda emozionale, in un sentimento di abnegazione e donazione senza pari! Ero felice di vivere queste emozioni in un’armonia gestuale e mentale, poiché eravamo due anime fuse.
Desideravo spesso essere abbracciata a lui e mi cingevo alle sue spalle avvinghiata come un’anguilla, per lasciare più a lungo uniti i nostri corpi bollenti di passione. Questi incantevoli attimi duravano nel mio intimo più tempo possibile.
Volavo in sua compagnia come un gabbiano bianco libero di spaziare nell’immensità silente del cielo. Vivevo i miei giorni serena e felice, nella certezza che questo amore sarebbe durato per sempre, come sentimento sublime, eterna espressione di due anime che si incontrano per non lasciarsi mai. Ricordo il suo entusiasmo il giorno in cui c’incontrammo anni fa.
“Sei bellissima!” Mi disse dopo aver fermato la mia auto per un normale controllo. Favorisca patente e libretto.
Imbarazzata per quell’esordio spontaneo, cercavo nel cruscotto quanto richiesto e pensavo al subitaneo incrocio dei nostri sguardi, alla forza del suo ardire inconsueto per un controllo di routine. Eravamo già in buona sintonia. Ne ebbi conferma dopo due settimane, quando lo vidi sotto casa.
Si qualificò come un ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni che aveva avuto il piacere di conoscermi e rintracciarmi attraverso la targa della mia auto che aveva preso di nascosto.
“Come si è permesso! Quest’atto non mi è piaciuto! Sa che non è lecito, vero?” Gli borbottai furiosa!
Conservando la sua calma mi rispose che lo avevo molto colpito come donna e che per giorni era stato combattuto nel chiamarmi. Inizialmente scoppiai a ridere e lo pregai di lasciarmi in pace. Ma lui insistette.
“Andiamo a prenderci almeno un caffè, ho fatto cinquanta chilometri per vederti e dammi del tu, ti prego.” Accettai. La sua educata richiesta mi fece tenerezza. L’intuito mi suggerì che potevo fidarmi. Ci recammo a piedi al bar vicino casa mia e restammo a parlare a lungo di noi, degli interessi, dei desideri futuri. Fu l’inizio della nostra storia.
Sì, perché storia resterà. Tutte le relazioni lasciano traccia nello spazio universale. L’universo quantico! Eventi sincronici, inspiegabili razionalmente perché fondati su affinità vibrazionali, avevano creato il nostro incontro.
Ci rivedemmo il giorno dopo e l’altro ancora per non perdere neppure attimo. Scrissi per lui delle righe dettate dal canto del mio cuore.
Ci fidanzammo ed ogni nuovo giorno fu vissuto nella felicità del nostro immenso amore.
Tuttavia il destino ci separò lasciandomi un incolmabile ricordo e la gioia di averlo vissuto, lo avrei rivissuto mille e mille volte!
Ripensai alle parole di Goethe nell'Ifigenia in Tauride quando scriveva di fare quello che il cuore dice e abbandonarsi all'istinto che trascina. Per lui fortemente cantò il mio cuore.