In un altro aprile

Fu in un altro aprile, 
sotto un'altra aurora distinta.

Io ero un filo di chiaroscuri 
che lasciava cadere il tempo
in punta di piedi 
per non ferire i suoi piedi 
con la rude asprezza dei giorni.

Allora 
cucimmo primavere di fuoco 
nelle nostre mani.

Ci vestimmo di fiori accesi 
per sedurre lo sciame del futuro 
che sbatteva le palpebre 
sogni gialli nell'aria.

L'innocenza 
bruciò le sue vene di alcool 
ed evaporò i polmoni azzurri del sangue.

La strada del destino 
aprì a sud del nostro essere 
un anno luce di abissi. 

Ora 
le parole narcotizzano i silenzi 
portano sempre 
quell'accento di tunnel 
che precede 
il vento rinsecchito della dimenticanza.
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23-04-2013 Redazione Oceano Il tempo, inesorabile , scandisce mesi e stagioni in soluzione senza fine ma senza che nulla resti immutato. Resta il ricordo o il rimpianto, tra rassegnata malinconia e consapevole constatazione.

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Pubblicata il 16-04-2013

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