L'utopia del poeta

C'era qualcosa che somigliava ad una parola 
e si chiamava silenzio 
ed è strano che il silenzio si dica con una parola.

È come se un vuoto si intessesse 
lentamente nel bavero del cielo 
mentre c'abbandonano gli spazi del vuoto 
ed un uccello oltrepassa le frontiere 
che esistono come cornice di specchi 
copulando un deserto continuo. 

Sentirsi solo 
è pensare che uno può riempire altri mondi.

Un'assenza di assenze, 
tanto magra 
come il filo 
che sostiene le tue anche.

Una bocca 
che segue aperta 
e morde contemporaneamente.

Un'eclissi di due cuori 
che transitano di sera.

Un cambiamento 
di corpo tra corpi 
che non esistono.

Il fine eterno di tutti i principi. 

Scrivo 
per segnare l'assenza 
di quello 
che una volta ebbi 
e non potei avere mai.
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03-11-2014 Trapasso Maurizio Grazie Redazione oceano!
01-11-2014 Redazione Oceano Tra similitudini, metafore, vuoti che non colmano, i silenzi delle assenze in un assolo.

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Pubblicata il 29-10-2014

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