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Capisco 
che la profondità dell'ebano mi ospita 
e sento penzoloni le rotture assurde della notte 
in brandelli per gli assopiti 
imbocchi della mia anima.

La sinuosità della gola 
si afferra alla simbiosi della terra.

Ho compreso che la vita 
ha una curiosità infinita, 
mi culla la sensibilità del vento 
nel quale tremo per la magia 
ed una sincerità di tappeti 
mi eleva all'umiltà delle sue viscere.

Io cerco di sorprendermi col niente, 
la sua trasparenza si sente tanto genuina 
che il magma effervescente che sostenta 
si impietosisce delle mie piccolezze.

Tutto fluisce da lì, 
tutto è probabile avidità dell'anima 
legittimamente transitorio 
come il vetro 
che la foglia in bersaglio 
è una tentazione alla parola.