La maga

La maga 
attraversò il ventre notte 
su un cavallo rammendato di papaveri;
con radici di vertigine 
combattè tori d'ombra, 
sguainò una spada di dieci lune 
sulle piaghe aperte della dimenticanza 
ed inghiottì da nord a sud l'assenza 
con carnivoro pianto.

Colpì 
il suo animale effervescente 
sulle coste azzurre della tua lingua.
Trasformò in fuoco la carne, 
in sangue 
la secca rossa del niente.

E mi crebbero, all'improvviso, 
tra le dita 
lunghe, 
marce ossa 
di silenzio.
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05-08-2013 Redazione Oceano Con la mente si scrivono storie arabescate e sembra poterle fermare sul foglio delle emozioni. Non sempre la maga sconfina e raggiunge la penna. Bellissima.

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Pubblicata il 27-07-2013

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