Nelle fosse del tempo solitario

Devo indagare 
in sfere di quiete. 

Bere il trillo lento 
degli uccelli del sonno 
che riposano 
l'essenza alata 
nelle botti 
del sangue.

Devo installare 
la mia sete 
in abissi di luce 
che scintillano 
un'alba prematura 
nelle fosse del tempo solitario.

Devo zittire 
le fiamme scoppiettanti 
nelle torbide matasse 
della mente.

Bere un mare, 
immenso, 
etereo, 
bianco 
che ubriachi 
di conchiglie fertili il mio udito.

Devo complicare in lui 
tutte le mie tombe 
ossigenare ragioni infangate. 

Infiammare 
un animo di enigmi 
per illuminarmi un'eco 
di pronomi.

Devo espiare il pianto 
dei fiori. 

Limare quegli abissi 
che suppura 
la pelle della memoria 
ad ogni inverno.

E ritornare 
a queste orde di tempo macero 
con parole di sangue 
tra i denti.
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27-04-2013 Redazione Oceano Ciò a cui aneliamo e a cui i limiti umani pongono impedimento, ciò che vorremmo e che vorremmo essere; e se la perfezione o i sogni sono irraggiungibili, almeno pensarli è scrivere versi pregni di mirabile saggezza e raffinato stile.

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Pubblicata il 21-04-2013

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