Narcotizzato pensiero

Lasciami, 
per caso, 
pronunciarti 
in gelide opacità 
di silenzio.

Avvolgere 
il tuo nome 
alcuni istanti 
in patetiche lenzuola 
di lutto.

Il tuo nome, 
pietrificato 
di ieri.

Il tuo nome, 
vomitato 
su un fiume di sangue 
verso il mare profuso 
della dimenticanza.

Lascia che esali 
il mio dolore 
una forma di pianto, 
che cuneo 
una parola di ira 
sul piede amputato 
delle ombre 
che ululano spilli 
nelle mie vene.

Forse 
un giorno 
posso bermi 
la luce 
dei tuoi ricordi.

Forse 
un giorno 
ti pronunci di nuovo 
e non accorrano a perforare 
le mie viscere 
gli avvoltoi della rabbia.

Forse posso 
di nuovo 
trovare la chiave 
delle tue albe grige.

Aprire la gabbia 
dei grilli 
che esplosero il mio sangue, 
estirpare 
i vermi 
che perforano oggi 
il mio narcotizzato pensiero 
ed opinione viva 
di nuovo 
la carezza 
della fede 
nelle promesse ubriache 
delle tue labbra.
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Pubblicata il 11-05-2013

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