O mio sublime canto!

(Cacace Antonietta)


Or gemo alle frementi onde del piacere,
varco anelando rupi, ed acque eterne,
odo i celesti numi,
d’un mare che mi trascina in esso,
mentre l’ira del flutto mi sommerge,
devota m’abbandono agli eolii venti…

O, corpo dell’errante si obbediente,
il dono venerato vò cercando,
onde posar in quella onnipotenza,
la brama, la fiamma ed il tripudio…

Domar destriero e galoppar per monti voglio,
lieta la mente vaneggia in quel desio,
di tali voglie, audace non si da pace,
delizie di pensieri dissoluti,
laddove,
la serpeggiante linfa d’eterna gloria vibra…

O mio sublime canto,
altissimo pensiero di piacere,
del tuo fulgor mi cingo,
e l’estro al cielo innalzo,
a te mi prostro,
e fra le mie voglie scorro,
famelica ed impura
vò raminga….