Eva ha due papà

(Colacrai Davide Rocco)


È un istmo che salda due sogni d’uomo, Eva,
in un’ora d’acqua
indefinita come l’orizzonte,
nel suo aver bucato la parentesi di due vite in un cuore
e aver smosso zolle di preghiere
-terra dopo terra
sangue a sangue-
a forgiare molliche di carne in un corpo di donna,
dove l’ambra di un’alba esilia l’ombra
al nutrirsi instancabile di due api
della polpa che i grappoli penduli di un glicine
portano in grembo.

È il nome che si compie, Eva,
in una perfetta simmetria d’amore
dove tutte le variabili di due uomini combaciano,
nel suo aver tracciato la spuma congiunta di un’esistenza
e aver destato le lancette di un brivido
-cielo dopo cielo
miele a miele-
a liberare la radice di due semi in una nuvola d’argilla,
dove il vento accorda la sua voce d’arpa
al germogliare instancabile dei colori di Dio
che tingono il corpo al buio
di una notte d’airone.

È l’approdo di una magia esausta di silenzio e attesa, Eva,
morbido di rugiada
dall’odore della neve.