Solitario sentiero

(Nenzi Vittoria)


Nessuno m’insegue nel viaggio,
d’alterno vago pensiero,
che sfugge intuendo miraggio
in silente tortuoso sentiero.

Incorporea,
utopia s’innalza leggera
abbandona il peso del corpo,
nel sonno che sa di chimera.

Ora vedo il tuo gesto ormai stanco,
il tuo passo procede affannoso,
la tua testa diviene canuta,
le tue mani carezzano il nulla.

Vedo il fiore di loto che cresce,
tu lo annusi e ne rubi la pace,
vedo il cuore che batte veloce,
quando un volto si china e ti sfiora.

Ecco il solco dall’occhio alla bocca,
ora asciutto di lacrime e pianto,
tu raccogli il verde bagnato
e il tuo viso rinfreschi e sorridi.

Qui c’è sole e d’angeli ali,
aria fresca che spinge al domani,
qui c’è volo e note di canto,
qui son sola e non oso peccare.

Quel giardino adorno di fiori,
che dall’alto appare offuscato,
di tua luce brilla specchiato,
chiudo l’ala e da te colgo invito.