La culla

(Milone Nadia)


La mano che sfiora
il capo sognante,
un respiro che odora
di latte e d'amore.
Con occhi socchiusi e labbra tremanti
invoca, in silenzio,
un angelo azzurro.
Dormi, tesoro,
sogna di prìncipi e pentole d'oro,
d'esser un re, un conte o un marchese,
immagina distese di bianchi narcisi
Sarai ciò che brami,
forse domani...
ma stanotte illuminati solo di stelle,
inonda la culla
di talco e vagiti.
Ninne nanne sonanti,
come rintocchi di sacre campane,
udiremo dal mare alle cime dei monti
e se il futuro stringerà tra le mani una rosa
vedrai, forse, sbocciar vocaboli e versi
e il tuo fiore sarà "petaloso"
poiché un nuovo sorriso
già illumina il mondo.