Una sera

(Mandia Giuseppe)


Hanno smesso di suonare
quaggiù tra le brume
le fauci, gli altari,
i cappelli che ghermivano il colore.
Affaccio su un limbo di ferro
che forgia coltelli villani
e canaglie urlatrici a dozzine:
insonni, attossicatrici del cuore.
Disseto il mio gioco tirando la fune;
ondeggia il bronzeo latte verticale
dispensatore di ansie, attese:
battigie,
lune speculari
di un sogno in camicia di forza
da ripudiare
come il sonno:
oblò da ricacciare
in un acquario senza fine.