Francesca Misasi

La scrittura salva la vita

La scrittura, la forma di comunicazione più alta per riflettere sulla nostra vita, per raccontare qualcosa a qualcuno e, anche, per lasciare una traccia di noi stessi nel tempo

Se vuoi cambiare il mondo,
prendi la tua penna e scrivi.
(Martin Lutero)

Questo è uno dei tanti aforismi sulla scrittura; certo non ne definisce il significato in maniera esaustiva, ma considerate le conseguenze di quelle novantacinque tesi appese il trentuno ottobre del 1517 sulla Chiesa del castello di Wittenberg dallo stesso Lutero, dobbiamo ammettere che qualcosa cambiò davvero nel mondo...

La Sconosciuta

Un libro primigenio nel suo genere dove l’Amore domina incontrastato, appagante, sviscerato, crocifisso dai tabù inespressi della morale dominante, dall’utilitarismo, dalle convenzioni sociali…

Un libro primigenio nel suo genere, non usuale, da leggere ed assaporare piano, un libro dove l’Amore “nobile/ puro/ ignorante…” domina incontrastato su tutta la feconda e geniale narrazione. Un Amore di cui non si è mai sazi, un Amore appagante, sviscerato, mangiato a morsi come “un pezzo di torta Sacher” un amore primitivo, idolatrato come un vecchio Totem e poi crocifisso dai tabù inespressi della morale dominante, dall’utilitarismo, dalle convenzioni sociali….
Ma poi comprendi che a mischiare le carte è il Destino, il Demiurgo fuori di scena al quale non si può sfuggire anche se poi ti chiedi se è stato proprio il Fato a rigenerare ed incenerire una storia affogata nell’amore, annegata in un bicchiere di whisky di cui non puoi più fare a meno! E poi c’è Amanda la dolce, la clessidra che segna e sbriciola il tempo ad un’ora dal destino, che fa a pezzi il suo “IO” per fare i conti col “fuori di sé” la Sconosciuta, il suo Alter ego, il suo contrario col quale però si completa… autocoscienza!

Grazia Deledda

La fragilità umana in "Canne al Vento"

“Siamo proprio come le canne al vento, donna Ester mia. Ecco perché! Siamo canne e la sorte è il vento”…
È, questa, una delle frasi più penetranti ed incisive di Canne al Vento, il capolavoro di Grazia Deledda, un’autrice feconda e immaginifica molto spesso dimenticata dai libri e della quale si è parlato e si parla molto poco. A sottolinearlo è Alberica Bazzoni letterata e ricercatrice, quando fa emergere, nel suo scritto Il Genere della Letteratura: la Storia (23/5/2016), la forte marginalizzazione delle donne scrittrici che finiscono spesso nel dimenticatoio e, riferendosi a Grazia Deledda, ne è venuto fuori che su tredici manuali scolastici tra quelli più utilizzati al liceo, la Deledda è assente in ben otto di questi! Eppure questa donna tenace, figlia della sua terra, che non ha goduto neanche delle simpatie dei suoi conterranei, è stata l’unica donna italiana a vincere un Nobel per la Letteratura (1926) dopo la svedese Selma Lagerlof.

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