Da "Le briciole filosofiche" e da "La Postilla non scientifica alle Briciole": qual è la Verità che salva
Søren Kierkegaard fu un filosofo, teologo e scrittore danese, visse quasi sempre a Copenaghen, ricevette una educazione molto rigida e pietista; condusse una vita molto ritirata, ebbe una grande storia d’amore con Regine Olsen, ma la vicenda è rimasta fra le più misteriose della storia della letteratura, perché sarà lo stesso Søren Kierkegaard che troncherà il fidanzamento, lasciando in lui un rimpianto per tutta la vita. Fu propugnatore di una religiosità rinnovata e intensificata in contrasto tanto con la filosofia dell’idealismo tedesco quanto col protestantesimo ufficiale dell’800. Dalla sua posizione presero avvio la filosofia esistenziale e la teologia dialettica, ossia il ramo neoriformatore della teologia protestante. Kierkegaard sosteneva che la realtà della vita non si può rinchiudere in un sistema.
Figlio di un eminente pensatore fautore dell’utilita-rismo quale fu J. Bentham nonché dell’associazio-nismo psicologico , John Stuart-Mill è uno degli spiriti più illuminati del suo tempo, tra cui ricordiamo, quale esempio, la sua lotta per l’emancipazione femminile nel suo libro del 1869, Sulla schiavitù femminile.
La sua filosofia con il suo Sistema di Logica (1843) rappresenta il miglior approfondimento non solo del positivismo ma della miglior tradizione empirista inglese.
Il suo punto di partenza è la riduzione della realtà a “stati di coscienza” donde ne discende una critica radicale e strenua alla logica tradizionale.
Così s’articola la sua critica alla logica “associazio-nistica” troppo “meccanicista” del padre da cui fu educato.
Il pensiero fenomenologico ed ontologico di Heidegger tende a rivolgersi all’uomo come soggetto e non come pura oggettualità, quindi bandendo ogni reificazione, ogni riduzione all’uomo come una cosa, ma semmai concependolo come un tutto uno, globale: come veramente è, come si realizza e si progetta nel mondo: coglierlo nella sua essenza (chi è, come è, il mondo in cui è). Tale pensiero sarà ripreso anni dopo dall’esistenzialismo, ma il grande filosofo tedesco non fu esistenzialista, anche se scambiato per tale.L’intenzionalità di Husserl diviene, nell’opera di Heidegger del 1927, presenza, esser-ci, essere-nel-mondo. Così s’intende, contro ogni metafisica tradizionale, la trascendenza. Heidegger rompe ogni scolastica filosofica, metafisica, proprio affermando che la trascendenza è essere-nel-mondo, rompendo la dicotomia tra soggetto ed oggetto, illuminando la soggettività come globalità e trascendenza.
Scettico di una psicologia come scienza autonoma ma, nonostante tale scetticismo, ampliò e rinnovò lo studio della psiche, non solo nel campo della psicologia animale ma anche in quella umana
Sebbene lo scienziato russo, che studiò anche in Germania, si dichiarò sempre scettico nei confronti della psicologia come scienza – ribadendo tale concetto anche in un convegno internazionale del 1929 – la sua importanza è basilare nella psicologia scientifica.
Disinteressato alla vita pratica (tanto che la moglie, si dice, gli rammentasse di ritirare lo stipendio), Pavlov fu uno studioso eccezionale. Assorbito dalle proprie ricerche, cercò di portare su un piano obiettivo le attività superiori della psiche. Raccolse l’eredità del fisiologo Sechenov (morto nel 1905) che, in uno studio neurofisiologico del 1863, aveva anticipato I riflessi cerebrali (sua opera base). In tale opera si sosteneva apertamente che ogni atto, conscio o non conscio, è riflesso. Tuttavia, Sechenov non è passato nella storia della psicologia in quanto esplicitamente la volle ridurre questa materia al pretto dominio fisiologico e neurologico.