Tina Ferreri Tiberio

Il Postmoderno e il Pensiero Debole

Ovvero inconsistenza e miseria della filosofia italiana contemporanea.
Intervista a Gianni Vattimo (Prima parte)

Nell’ anno scolastico 2000/2001, nell’ambito di un progetto didattico Il Novecento: l’Universo e l’Uomo svolto dagli alunni del quinto anno del Liceo Scien-tifico “A.Moro” di Margherita di Savoia (BT), furono presi in esame e sviluppati temi riguardanti i concetti di “Postmoderno” e “Pensiero debole”. La questione era capire se in una società come la nostra, in cui i valori fondamentali si vanno sempre più perdendo e, quindi, svuotando di senso, ci fosse ancora la pretesa della ragione forte, intesa come ragione metafisica “fondazionistica” o “fondamentalistica”.

L'età moderna: John Locke

Teorico del liberalismo, fu il padre dell’Empirismo e della pedagogia moderna

L’età moderna inizia con l’età del dubbio. I pensatori, animati da spirito critico, affermarono che l’uomo con la propria intelligenza poteva indagare sulla “verità”, da sé poteva esplorare il campo della scienza e di conseguenza diventare artefice e promotore di una dottrina. Due correnti caratterizzarono l’età moderna. La 1.ma corrente affermò che l’uomo può raggiungere il vero partendo dall’attività sensibile ed è la corrente dello sperimentalismo o dell’empirismo. F. Bacone è il caposcuola ed è colui che teorizzò e sostenne la teoria del metodo induttivo, fondato sull’osservazione, sull’esperienza, che è alla base del principio della tabula rasa sostenuto da J. Locke.

Søren Kierkegaard

Da "Le briciole filosofiche" e da "La Postilla non scientifica alle Briciole": qual è la Verità che salva

Søren Kierkegaard fu un filosofo, teologo e scrittore danese, visse quasi sempre a Copenaghen, ricevette una educazione molto rigida e pietista; condusse una vita molto ritirata, ebbe una grande storia d’amore con Regine Olsen, ma la vicenda è rimasta fra le più misteriose della storia della letteratura, perché sarà lo stesso Søren Kierkegaard che troncherà il fidanzamento, lasciando in lui un rimpianto per tutta la vita. Fu propugnatore di una religiosità rinnovata e intensificata in contrasto tanto con la filosofia dell’idealismo tedesco quanto col protestantesimo ufficiale dell’800. Dalla sua posizione presero avvio la filosofia esistenziale e la teologia dialettica, ossia il ramo neoriformatore della teologia protestante. Kierkegaard sosteneva che la realtà della vita non si può rinchiudere in un sistema.

Dal Naturalismo al Verismo: Verga

Nei suoi romanzi Giovanni Verga si avvicina alla dimensione cristiana che lo rende sensibile al dolore degli ultimi

Quando si parla del Verismo occorre richiamarsi ai naturalisti francesi, a Balzac, a Zola, a Flaubert, a Maupassant, dai quali i nostri scrittori avrebbero tratto i loro modelli. In realtà intorno alla metà dell’800 si manifesta in tutta Europa un rinnovato interesse per le scienze, per il concreto, per l’attenta osservazione della realtà e alle forme della scienza si volgeva la stessa letteratura, che reagiva spontaneamente ad un romanticismo ormai stanco e lacrimoso, completamente staccato dalla realtà concreta.

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